San Marino partecipa con un proprio studio al Convegno mondiale sull’Alzheimer a Londra

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Uno studio sulla demenza in corso sul Titano, cofinanziato dall’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) e dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, sarà presentato ufficialmente al prestigioso Convegno mondiale sull’Alzheimer, che si terrà il 21 e 22 maggio prossimi a Londra. L’evento, organizzato dall’Alzheimer’s Society, vede ogni anno partecipare i più importanti professionisti e ricercatori del settore.

All’importante appuntamento anche i professionisti dell’UO di Neurologia della Repubblica di San Marino che per la prima volta illustreranno i risultati preliminari di uno studio multicentrico, svolto in collaborazione con alcune Università inglesi e che vede l’Ospedale di San Marino come centro di riferimento e coordinamento.

La ricerca – ancora in corso – coinvolge i professionisti della UOS Neurologia Chiara Monaldini, Edoardo Barvas, Roberto Frusciante, Mirco Volpini, e il direttore Susanna Guttmann. Inoltre vede la collaborazione di Luke Tait e Marc Goodfellow del College of Engineering, Mathematics, and Physical Sciences and Living Systems Institute, dell’Università di Exeter (UK), George Stothart del Department of Psychology dell’Università di Bath (UK), del sammarinese Francesco Tamagnini della School of Pharmacy dell ‘Università di Reading (UK), di Elisabeth Coulthard della School of Translational Health Sciences dell’Università di Bristol (UK) e di Nina Kazanina del Department of Psychology  dell‘Università di Bristol (UK).

Lo studio viene eseguito a San Marino, paese che presenta una piccola popolazione con un’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. Queste caratteristiche ne fanno una piattaforma adatta per l’indagine delle condizioni di salute di lunga durata, come il morbo di Alzheimer e la demenza.

Lo scopo della ricerca è identificare nuovi markers, che permettano una diagnosi sempre più precoce della malattia di Alzheimer, aumentando così la finestra temporale in cui intervenire per contrastare tale patologia. È una ricerca relativamente economica perché viene utilizzata l’elettroencefalografia, una metodica poco costosa, per identificare alterazioni precoci nei pazienti, che compaiono cioè prima che arrivi una demenza vera e propria.

Identificare, infatti, le persone che presentano un alto rischio di conversione del deficit cognitivo lieve in Alzheimer è  utile per attuare tutte le possibili strategie, farmacologiche e non, per rallentare l’evoluzione di malattia.

Già in passato la Neurologia dell’ISS ha presentato i risultati di studi scientifici a Congressi nazionali sulle demenze, in collaborazione con la Neuropsicologia della Clinica Neurologica dell’Università di Bologna.

La Neurologia di San Marino, da tempo effettua valutazioni neurocognitive, cioè valutazioni della memoria, dell’attenzione, del linguaggio e delle altre funzioni cognitive che possono subire una alterazione a seguito di lesioni o disfunzioni del sistema nervoso centrale, come le patologie neurodegenerative, tra le quali l’Alzheimer. Inoltre il Neuropsicologo si occupa di riabilitazione neuropsicologica, soprattutto nelle cerebrolesioni acquisite, quindi traumi cranici o ictus, dove vengono proposti una serie di esercizi per recuperare il deficit insorto. E ovviamente non manca l’attività di ricerca.

L’intero progetto vede inoltre il supporto dell’Associazione Sammarinese per il Sostegno nelle Patologie dell’Invecchiamento Cerebrale (ASSPIC), associazione no-profit di familiari che si occupa di queste patologie.

Lo studio in corso – dichiara il Direttore Generale dell’ISS Andrea Gualtieri – dimostra ancora una volta, quanto anche le realtà piccole come San Marino possano fornire il loro concreto apporto al progresso della ricerca medica e scientifica. E dimostra anche come i professionisti dell’ISS siano capaci di lavorare in rete con realtà internazionali, e questo rappresenta un valore aggiunto per l’Istituto e quindi per tutti gli assistiti.

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