Il coro di Mariele Ventre entusiasma Villa Manzoni

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San Marino. Il pubblico in piedi, in delirio, che si spella le mani per applaudire. Una bellissima, magnifica sorpresa quella dei “Vecchioni” che cantano le canzoni di “quella volta” con la perfezione, la passione, la bravura che ha lasciato in eredità la grandissima maestra Mariele Ventre. Si chiamavano “Vecchioni” i bambini che, per raggiunti limiti di età, dovevano lasciare il Piccolo Coro dell’Antoniano. Di recente, quei bambini, si sono ritrovati e hanno deciso di rimettersi a cantare, prendendo il nome di “quella volta”. Il risultato è straordinario perché non hanno perso l’entusiasmo, la freschezza e soprattutto la perfezione dell’esecuzione imparata da piccoli. E così la serata promossa da Ente Cassa di Faetano riempie Villa Manzoni di sonorità coinvolgenti e accattivanti, di un’energia che tocca il cuore, mentre sullo schermo scorrono le immagini di quella maestra che ha portato lo Zecchino d’Oro ad una fama mondiale.

A raccontare di lei, della sua vita, del suo insegnamento e soprattutto del suo messaggio spirituale, il giornalista Giuliano Musi, curatore del libro: “Lettere da Mariele… oltre le note dello Zecchino d’Oro” (Minerva Edizioni). Accanto a lui, la sorella Maria Antonietta, che sta portando avanti la Fondazione intitolata a Mariele Ventre. Attraverso l’intervista della giornalista Angela Venturini raccontano di una donna, musicista sopraffina, profondamente religiosa, che ha sempre lavorato nella radicata convinzione che la musica, il canto, l’educazione dei bambini che le venivano affidati, fossero una maniera di aiutare il prossimo, che era lo scopo primario della sua vita. Un’esperienza all’Antoniano cominciata quasi per caso e solo per fare un favore a Padre Bernardo Rossi (fondatore del Piccolo Coro), che a sua volta aveva promesso a Cino Tortorella (Mago Zurlì) di collaborare alla sua rassegna musicale per bambini. Mariele voleva fare altro nella sua vita, aveva in mente un carriera da pianista professionista. Ma il destino ha deciso diversamente ed è diventata quel personaggio che noi tutti abbiamo conosciuto.

Nel libro, invece, emerge la parte meno nota di lei e quella gentilezza d’animo che le imponeva di rispondere alle migliaia, forse milioni di lettere che riceveva. E così si forma un epistolario dalle dimensioni monumentali, dove ogni scritto rivela un livello di vita francescano, improntato alla povertà e al grandissimo impegno nel lavoro, considerato una forma di elevazione dello spirito. E alla sorella che a volte criticava questa dedizione totale alla musica e ai bambini, senza lasciare nulla a se stessa, rispondeva: “Ma cosa vuoi capire tu, che fai il notaio.”

Due sorelle sempre legatissime, anche al di là delle traversie della vita, e della morte… Oggi è Maria Antonietta che, tramite la Fondazione, porta avanti il messaggio artistico ed educativo di Mariele, seguendo passo passo anche questi “Vecchioni”, che quando cantano ti prendono il cuore.

Come hanno fatto per l’appuntamento a Villa Manzoni, dove il salotto letterario promosso da Ente Cassa Faetano si è arricchito di un’altra, preziosissima, perla.

 

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