Il Santo Marino, nel 6° fascicolo della Storia Illustrata

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San Marino. Il primo documento che racconta la Vita Sancti Marini risale al X secolo ed è conservato presso la biblioteca nazionale di Torino. La stessa biblioteca conserva una seconda versione risalente all’anno mille, anche se i documenti più importanti sono del XII secolo e conservati a Bologna, Como, Rimini e in Vaticano.

Il lavoro degli agiografi poco ha a che fare con la ricerca storica, ma di certo non ha potuto trascurare gli elementi noti tramandati dalla tradizione orale o da più rari elementi di natura documentale. Prima di allora le uniche notizie sulla presenza di un monastero risalgono al 511 quando, nella vita Severini, Eugippo cita il monastero sul monte Titano, ma non fa menzione di Marino, che invece appare nella promessa di Quierzy del 756.

Carlo Dolcini focalizza l’attenzione proprio su queste date sostenendo la tesi dell’Aebischer che colloca la vita del Santo sul finire del 500. Ma il lavoro di Dolcini compie un passo importante avviando l’analisi delle fonti che trovano rappresentazione nel contesto della leggenda. Negli anni successivi al 1980 le scoperte archeologiche hanno arricchito enormemente le conoscenze sulle origini della comunità sammarinese. I ritrovamenti della Tanaccia e gli scavi di Domagnano ne sono solo due esempi che confermano alcuni elementi su cui poi può essersi sviluppata la leggenda.

Tutto questo nel VI fascicolo della Storia Illustrata, in edicola da venerdì.

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