La fiscalità dell’internazionalizzazione

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Centro Congressi Kursaal convegno OslaI Profili di Diritto tributario internazionale e di diritto penale in materia di residenza,di stabile organizzazione e di frodi "Carosello"Ph©FPF/Filippo Pruccoli

La notizia della morte del professor Victor Uckmar è arrivata a San Marino proprio mentre era in pieno svolgimento il corso organizzato da OSLA su: “La Fiscalità dell’Internazionalizzazione”, una recente iniziativa formativa che si inserisce nel filone di convegni e incontri riguardanti tematiche fiscali internazionali iniziati nel 2012 proprio grazie alla sua presenza, competenza e al suo affetto per San Marino. Uckmar, che aveva 91 anni, avvocato, era fra i massimi esperti di diritto tributario in Italia. È stato professore emerito dell’Università di Genova e docente alla Luiss di Roma.

Il corso, diretto a professionisti e dirigenti aziendali, ha una valenza formativa ed economica molto forte. Gode del Patrocinio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Rimini – Commissione per l’Internazionalizzazione; è accreditato dall’ODCEC della Rep. di San Marino e dal CNDCEC ai fini del riconoscimento dei crediti formativi dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili italiani; ed è accreditato (con n.2 crediti formativi per ciascuna lezione) dalla Commissione centrale per l’accreditamento della Formazione – Consiglio Nazionale Forense presso il Ministero della Giustizia italiano. Adesso, a San Marino c’è Riccardo Casadei, allievo del professor Uckmar, lui stesso docente del corso, che si presta a spiegare per Breaking News cos’è e qual è la sua importanza.

Un nome quasi impronunciabile, la fiscalità dell’internazionalizzazione, cosa significa?

Va subito detto che non è una materia vera e propria, ma un ambito del diritto tributario che riguarda sia quello interno (sammarinese o italiano) sia il diritto tributario internazionale, poiché coinvolge gli aspetti fiscali relativi a tutte le operazioni concernenti i processi di internazionalizzazione delle realtà economiche e delle persone fisiche.

In pratica?

Con fiscalità dell’internazionalizzazione abbiamo voluto identificare le tematiche di natura tributaria, che stiamo affrontando nel percorso formativo organizzato quest’anno con OSLA, relative ai trasferimenti delle persone fisiche e di nuove attività produttive all’estero, nonché tutti quei casi in cui c’è un mantenimento di attività “cross border”, ovvero quando l’impresa rimane presente sia nel paese d’origine, sia all’estero.

Chi può essere interessato: i sammarinesi che vanno fuori, o gli stranieri che vogliono venire a San Marino?

Gli argomenti trattati nel corso interessano entrambe le tipologie dei soggetti che ha menzionato, perché le tematiche sono comunque comuni, in quanto i trasferimenti o i processi di internazionalizzazione in generale vanno a toccare elementi della fiscalità nazionale – ossia, del cd. Paese di provenienza e di quello di insediamento – e internazionale, relativamente alla Convenzione bilaterale eventualmente esistente tra le due differenti giurisdizioni coinvolte e che mira a regolare l’eventuale doppia tassazione internazionale che potrebbe derivarne in relazione, ad esempio, ai relativi flussi reddituali transfrontalieri.

Da quanto ci ha anticipato, sembra di capire che conoscere questa materia sia fondamentale. Giusto?

Giusto. Se ci si vuole spostare da un paese all’altro, non si può non conoscere la fiscalità internazionale e, comunque, le disposizioni nazionali che regolano tali casi. Infatti, nell’ordinamento tributario sammarinese e in quello italiano, ci sono delle norme che sono pertinenti alle operazioni con l’estero, che hanno comunque riflessi sulla fiscalità del Paese di provenienza. Non si può prescindere da tutto questo, anche nell’ottica di una piena tax compliance con gli ordinamenti tributari coinvolti.

Questo ci porta a ragionare sui trattati contro le doppie imposizioni fiscali che San Marino ha firmato con l’Italia e con un’altra trentina di Paesi. Questi trattati devono intendersi superati, oppure no?

Il trattato bilaterale è sempre valido perché non va mai ad istituire nuove imposte o ad abrogarne di esistenti, contenendo invece norme che sostanzialmente vanno a ripartire la potestà impositiva tra i due Paesi contraenti, ovvero a limitarla, come pure contengono norme volte a risolvere cd. “conflitti di doppia attribuzione” e che si verificano quando una fattispecie risulta verificata secondo le disposizioni interne di entrambi gli Stati contraenti. Quindi vanno sostanzialmente a decidere quale dei due ha la possibilità di tassare il reddito e come. Lei è stato chiarissimo, eppure la questione che riguarda i frontalieri che lavorano a San Marino, rimane sempre una vertenza aperta. Qual è la ragione?

L’accordo stabilisce con certezza quale dei due Stati deve tassare il reddito di un lavoratore dipendente. Tuttavia, questo è un caso molto particolare, in ragione del fatto che San Marino è uno Stato enclave dell’Italia. Per questo, anche nel Protocollo Aggiuntivo alla Convenzione del 2002, firmato di recente, si dice che la materia dovrà essere regolamentata in maniera più specifica.

Ci sta illustrando una materia affascinate, per quanto difficile e complessa. Ci possono essere possibilità occupazionali per i giovani in quest’ambito?

A mio avviso può essere una grande opportunità occupazionale, soprattutto per i manager. Sono loro che, nelle grandi aziende, devono occuparsi anche dei rapporti con l’estero. Tra l’altro, sono loro che devono far fronte ad una crisi che non accenna a diminuire, né a San Marino, né in Italia. Una crisi che ormai è diventata endemica e strutturale del nostro sistema economico. L’internazionalizzazione non è latro che un processo per guardare a nuovi mercati. Ormai il mercato è globale, con una facilità di accesso impensabile fino a qualche anno fa. E la fiscalità è un elemento fondamentale che deve essere tenuto in considerazione e può essere determinante per la competitività. Anche per coloro che lavorano nelle libere professioni è senz’altro fondamentale acquisire specifiche competenze in materia di fiscalità internazionale, sia per rispondere alle concrete esigenze della propria clientela sia nell’ottica di una completa tax compliance.

Sarà lei il successore di Uckmar?

Il professor Uckmar è stato davvero un grande un personaggio, molto vicino a San Marino già da molti anni, quando si cominciò appunto a parlare di fiscalità italiana o comunque di diritto internazionale, ad esempio già dai tempi del progetto per il Casinò all’interno del Kursaal. Poi è tornato ben volentieri nel 2012 con OSLA per organizzare i progetti formativi sulla convenzione con l’Italia. Aveva un amore schietto per San Marino, anche perché gli ricordava l’infanzia, quando rientrando dalle Marche con suo Padre vi passava affascinandosi. Quando gli proposi di promuovere questa serie di percorsi formativi fu quindi subito entusiasta e viveva come un piacere le relative trasferte.

Quanto alla Sua domanda, francamente, non mi permetto nemmeno di sognarlo. Il Professore rappresenta davvero un unicum dal punto di vista scientifico, professionale e umano.

Io sono solo un giovane allievo che ha avuto l’onore e l’impagabile privilegio di avere avuto la possibilità di stargli accanto, ritenendo quindi di dovere praticamente tutto al mio Maestro, il quale per me è stato – e resterà sempre – un esempio continuo e una fonte di insegnamento dal punto vista giuridico, culturale e, non le nascondo, morale.

a.ve. 

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