USL sulle banche: tanto rumore, ma quali sono le soluzioni?

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San Marino. Mai come in questi mesi stiamo assistendo quotidianamente a dichiarazioni e notizie, più o meno attendibili sul sistema bancario, un vero e proprio bombardamento mediatico che investe tutti gli strati del tessuto sociale: Governo, addetti ai lavori, parti sociali, social network e risparmiatori.

Tralasciando ogni giudizio su quanto possa giovare o nuocere a San Marino tutto questo “rumore” mediatico sul mondo bancario e su quanto sia sottile il confine tra informazione e speculazione, riteniamo che siano state ben poche le proposte concrete riguardanti la tutela dell’occupazione e le risorse umane attualmente impiegate.

L’Unione Sammarinese dei Lavoratori ritiene che la garanzia dei posti di lavoro possa passare solo attraverso la riqualificazione e la riconversione dei dipendenti, alla luce del mutato contesto economico, delle nuove esigenze di mercato e soprattutto della necessità di renderci competitivi a livello internazionale.

Indispensabili quindi interventi strutturali e coordinati che inevitabilmente potranno dare i loro frutti solo nel medio-lungo periodo, consapevoli del fatto che le nuove sfide di mercato e sviluppo richiedono tempo per essere debitamente preparate e vinte.

Tuttavia, qualcosa può e deve essere fatto anche nel breve periodo, se non vogliamo rischiare di non avere più tempo, appunto, per rilanciare la nostra Repubblica.

Interventi normativi volti ad agevolare il prepensionamento di dipendenti ormai vicini al congedo, anche per favorire il ricambio generazionale e l’occupazione giovanile, interventi giuridico-fiscali per rendere meno gravoso il recupero dei crediti deteriorati o l’agevolazione di strumenti di flessibilità lavorativa, come ad esempio la possibilità di ricorrere al part-time verticale, su base volontaria ovviamente, appositi piani di formazione volti all’internazionalizzazione, sono solo alcune proposte che l’USL sta portando in tutti i tavoli di contrattazione. Senza dimenticare l’opportunità, spesso sottovalutata, del welfare aziendale, il quale costituisce un insieme di benefit e prestazioni finalizzati a superare la componente meramente monetaria della retribuzione sostenendo comunque il reddito dei dipendenti e migliorandone la vita privata e lavorativa.

Riduzione dei costi, quindi, senza però pregiudicare la qualità del servizio. Equazione possibile solo attraverso un’accurata valutazione dei fabbisogni aziendali, un’inevitabile eliminazione degli sprechi e daultimo un piano di investimento strutturato, anche dal punto di vista culturale, sulle risorse a disposizione: il capitale umano.

(Fonte: USL)

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