Commercialisti: “Il lavoro del futuro riguarderà il recupero degli npl”

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San Marino. C’è un passato che torna sulle ali di un sentimento che nei secoli si è trasformato ma non ha perso forza. Riguarda il debito. Prima del 1917 chi era insolvente veniva ridotto in schiavitù o pagava con la vita. Da quella data in poi, la norma sulle procedure concorsuali ha spostato l’aggressione dalla persona al patrimonio. Ma la rabbia nei confronti del debitore infedele non è venuta meno, rafforzandosi in un clima di crisi generale. Può tradursi nella richiesta di vedere divulgati i nomi, gettandoli in pasto all’infamia pubblica. Una riflessione che emerge durante l’evento formativo “le procedure concorsuali nella Repubblica di San Marino”, voluto da commercialisti e avvocati. Ospiti della seconda parte del convegno i Commissari della Legge Gilberto Felici e Fabio Giovagnoli. In un periodo in cui gli npl sono diventati argomento quotidiano, la materia stimola e fa riflettere. Massima attenzione alle procedure, di cui si è interessato anche il Fondo Monetario. “Nel marzo del 2016 – racconta Marco Stolfi, Presidente dell’Ordine dei commercialisti – il Fondo chiese un’audizione a professionisti e magistrati per parlare di procedure, perché è dalla loro efficacia che si può capire se gli npl possono avere un grado di recupero attendibile e sufficiente”.
La norma sammarinese è del 1917. Eppure resiste. “Il Fondo – continua Stolfi – fece risaltare che la norma è particolarmente datata ma alla fine della missione comprese che è ancora sufficiente per consentire il corretto recupero degli npl”. La norma è stata quindi giudicata sufficiente. Ma sufficiente può bastare? “È una domanda difficile – risponde Stolfi – probabilmente qualche riforma a breve dovrà essere introdotta per aggiornare il testo normativo che, ribadisco, rimane ancora valido ed efficace”. Che gli npl siano un problema è una realtà ma attenzione a non accomunare le posizioni. Occorre fare gli opportuni distinguo. “Da una parte infatti c’è il debitore infedele che andrà perseguito e dall’altra chi dovrà sì soddisfare il proprio debito ma che non ha colpe. Molte insolvenze sono infatti frutto di una crisi profonda”. E se è vero che non tutto è perduto, molto dipenderà dalla capacità di strutturarsi per il recupero. “Lo dico sempre anche ai miei iscritti. Il lavoro del futuro riguarderà in gran parte il recupero degli attivi non performanti”.

(Fonte: San Marino RTV)

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