Industria: manca un piano di rilancio e innovazione

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San Marino.  “Manca un piano strutturale per il  rilancio del settore industriale, a partire dalla sfida digitale ”. È la preoccupazione emersa dal direttivo della Federazione Industria della CDLS che ha sancito il passaggio di consegne tra Giorgio Felici e Paride Neri alla guida della Federazione.

Il neo segretario FLIA-CDLS ha ripercorso le tappe cruciali  dell’impegno sindacale in questi anni segnati da una pesantissima  recessione economica e finanziaria: “Il contratto dell’industria ha sempre rappresentato un punto di riferimento  per la capacità di proporre soluzioni coerenti al momento storico economico del Paese. Con il contratto del 2005 abbiamo promosso diritti e regole, oggi riconosciute universalmente, per impedire l’eccessiva precarizzazione  avviata attraverso il lavoro interinale. Con l’accordo contrattuale del 2012, anno che ha segnato il picco della crisi, è stato invece  stipulato un patto per far fronte alle difficoltà economiche : maggiore flessibilità a fronte dell’adeguamento dei salari all’inflazione”.

Un patto, sottolinea il segretario Paride Neri, che ha rappresentato  “un vero e proprio argine anti-crisi, con soluzioni che hanno concorso a dare maggiore stabilità all’occupazione e a proteggere il valore delle retribuzioni”.

E i dati del settore manifatturiero  confermano che l’argine contrattuale sottoscritto tra le Federazioni Industria della  CSU e l’Anis ha funzionato: negli ultimi tre anni (2015-2017) il numero delle  imprese è passato da 484 a 504, l’occupazione è salita da 5.306 dipendenti a 5.621 e il monte-salari ha totalizzato un aumento di 8 milioni,  passando da 151.755.509 euro a 161.162.473 euro.

Numeri positivi, che assegnano al settore manifatturiero il ruolo di locomotiva del Titano. L’approccio al prossimo contratto, afferma il segretario FLI-CDLS, deve  essere all’altezza delle nuove sfide: “Pur riconoscendo la grande portata di temi come la crisi bancaria, il risanamento del Bilancio dello Stato, la riforma previdenziale,  l’assenza nell’agenda politico-istituzionale  di progetti strutturali dedicati allo sviluppo industriale ci preoccupa. Oggi l’evoluzione tecnologica,  rappresentata dalla rivoluzione  digitale, sta cambiando radicalmente il modo di produrre e di lavorare in tutto il mondo e San Marino ha l’urgente bisogno di sintonizzarsi  con questo cambiamento.  Vanno insomma al più presto  costruite sinergie – conclude Paride Neri – anche con realtà  istituzionali e soggetti privati d’oltre confine per favorire la diffusione di conoscenze, competenze e attività imprenditoriali connesse con l’industria 4.0”.

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