La FULI-CSdL a Congresso con 165 delegati

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San Marino – Nella giornata di ieri si è riunito il Direttivo della FULI-CSdL per predisporre gli ultimi adempimenti necessari allo svolgimento del 14° Congresso della Federazione, in programma il prossimo martedì 6 novembre presso il Palace Hotel San Marino (Serravalle).

Il Direttivo ha preso atto con soddisfazione che nel corso delle 77 assemblee svolte sui posti di lavoro, oltre 180 lavoratori iscritti alla FULI-CSdL hanno dato la disponibilità a partecipare ai lavori del Congresso di Federazione, e al successivo 19° Congresso Confederale CSdL (29 e 30 novembre).

In base al regolamento, 165 di questi vi prenderanno parte in qualità di delegati, di cui circa un quarto donne, in rappresentanza dei 2188 iscritti alla FULI-CSdL, cresciuti di oltre il 10% rispetto ai 1979 di 4 anni fa.

Tale ampia volontà di partecipazione democratica e di fiducia verso questo sindacato costituisce un riconoscimento importante sia del lavoro quotidianamente svolto in un contesto che ancora presenta diverse criticità, come il mancato pagamento degli stipendi ed i licenziamenti collettivi, sia rispetto a come la CSdL e la CSU si sono approcciate nei confronti delle tematiche di carattere generale.

È quindi stato azzeccato il titolo del Congresso “Più valore al lavoro”, con il quale si auspica di riuscire a riportare al centro dell’agenda politica e sociale i temi più strategici ed impellenti, quali lo sviluppo e quindi la creazione di nuove opportunità di lavoro, supportando ed incentivando l’economia reale, e in particolar modo il settore manifatturiero. Settore che rappresenta l’architrave del nostro sistema economico e che ha consentito a questo Paese di affrontare una crisi di sistema che però ancora oggi è tutt’altro che archiviata.

Il Direttivo si è soffermato altresì sugli altri argomenti che sono oggetto di dibattito con i lavoratori, quali le riforme annunciate in merito al sistema previdenziale e fiscale, oltre al tema della sostenibilità del debito pubblico e del bilancio dello Stato.

È forte il grido con il quale i lavoratori chiedono equità fiscale, giudicando inverosimili le dichiarazioni dei redditi della gran parte delle imprese, e azioni concrete nei confronti di chi non paga i contributi e non onora i propri impegni verso lo Stato ed il sistema bancario. Le conseguenze di detti mancati introiti non possono essere scaricate interamente sulla revisione dello stato sociale e sui redditi fissi.

Se non ci sarà un segnale chiaro rispetto alle azioni di responsabilità sia verso coloro che hanno direttamente causato gravi danni al Paese, sia verso chi ha consentito che ciò avvenisse, i lavoratori non accetteranno supinamente di saldare il conto lasciato da altri soggetti individuabili e perseguibili, magari possessori di consistenti patrimoni.

Il Direttivo FULI/CSdL

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