L’Anis sull’Accordo UE: chi l’ha visto?

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San Marino. L’integrazione con l’Unione Europea è un passaggio importantissimo, ma delicatissimo: per questo la recente notizia che si chiuderà l’accordo di associazione in appena tre mesi – «entro giugno» – ci lascia perplessi.

Come associazione di imprese, siamo stati i primi a sollecitare e sostenere con forza l’iniziativa partita ormai diversi anni (e Governi) addietro per integrare San Marino in maniera più efficace nel contesto europeo, perché oltre alle ragioni geografiche, storiche e culturali, è il nostro mercato di riferimento, sia per quanto riguarda le esportazioni, sia per le opportunità che esso offre alle nostre aziende e ai nostri concittadini.

Fin dall’inizio però abbiamo chiesto che venissero innanzitutto condivisi gli obiettivi con l’intero Paese e ciò non è accaduto, lasciando così irrealizzato il presupposto fondamentale del successivo percorso di negoziazione con la Commissione europea, che anzi è a sua volta avvenuto senza l’adeguato coinvolgimento di tutti gli attori. Indispensabile, in questo senso, una reale trattativa in cui si tenga presente che la mole e la complessità delle regole che San Marino dovrà recepire e gestire significherà anche dotarsi di una struttura adeguata con le necessarie competenze.

Ad oggi invece non si sa cosa San Marino ha chiesto e ciò che l’Europa ha proposto.

Saremmo felici di leggere in questi annunci l’accoglimento di alcune proposte avanzate: che, ad esempio, nell’Accordo ci sarà il superamento del T2 auspicato dalle imprese sammarinesi che esportano in Europa ogni giorno, che ci sarà un’attenzione specifica per San Marino per quello che riguarda la futura IVA e altre scelte fiscali di uno Stato sovrano piccolo come il nostro, che verranno concesse le opportune deroghe alle quattro libertà fondamentali dell’Unione e alle centinaia di direttive e regolamenti potendoli ritarare in base alle dimensioni economiche e sociali di San Marino. O ancora, visto che se ne parla da tempo, se si potrà o meno accedere ai finanziamenti della BCE, ma anche il conseguente “piano di rientro” come già avvenuto per altri Paesi UE.

Ribadiamo che l’accordo rappresenta una svolta epocale per San Marino, di conseguenza ci aspettiamo che il Governo e soprattutto la Segreteria competente diano massima priorità alla condivisione e al confronto con tutte le forze politiche, sociali ed economiche.

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