Consulta: l’informazione vera passa solo attraverso il rispetto delle norme

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San Marino. La Consulta per l’Informazione non può che restare stupefatta, e allo stesso tempo esprimere profonda indignazione, nel constatare come un avvocato, che dovrebbe essere uomo di legge, e notaio, che dovrebbe essere rappresentante dello Stato, paventi di fatto la possibilità di non rispettare le norme della Repubblica di San Marino.

L’avvocato Achille Campagna nel suo intervento sul sito giornalesm.com (sito che non risulta essere né testata giornalistica, né pubblicazione periodica) e ripreso dal quotidiano Repubblica.sm

afferma che per essere giornalisti “non è il tesserino che conta, ma la sostanza”, trascurando il fatto che è la stessa legge, la 211/2014, a fissare l’obbligo di iscrizione ai registri degli operatori dell’informazione, il rilascio della press card, cioè il tesserino, e a stabilire quei diritti e doveri che poi egli stesso richiama. Doveri tra i quali c’è quello di verifica preventiva e completezza della notizia che, tra l’altro, è all’apparenza venuto meno nel caso di specie, da lui esaltato come emblema di buon giornalismo.

D’altra parte crediamo sia auspicio di tutti che nessuno senza i requisiti previsti per legge si inventi avvocato dalla sera alla mattina, né si improvvisi chirurgo senza titoli o certificazioni previste, né geometra chi non ha professionalità riconosciuta, e così via. In fondo nessuno si rivolgerebbe, ad esempio, ad un avvocato che non ha titolo per esercitare, così pure l’opinione pubblica e la corretta informazione devono potersi confrontare su un piano normato e tutelato – da ambo le parti – da criteri legislativi e deontologici.

Non è pertanto adombrando la possibilità di disattendere la legge e le regole che si sostiene il dovere di corretta e completa informazione e si tutela il diritto dei cittadini ad essere adeguatamente informati.

Inoltre la Consulta per l’informazione esprime rammarico nel vedere come un incontro di alto livello – come è stato quello tra il Segretario all’informazione, il Direttivo della Consulta e il Presidente dell’Ordine dei giornalisti, ricevuti in udienza dai Reggenti martedì 23 ottobre scorso – venga preso a pretesto e strumentalizzato per imbastire un editoriale di critica politica, pubblicato sul quotidiano Repubblica.sm del 25 ottobre, che nulla ha a che vedere con il rispetto che sarebbe dovuto quanto meno alle Loro Eccellenze  e all’autorevole ospite estero, che andrebbe preservato dall’essere a sua insaputa trascinato nelle beghe interne.

Il direttivo della Consulta per l’informazione

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