San Marino celebra la rivoluzione di Cuba

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San Marino. L’Associazione nazionale di amicizia fra i popoli San Marino-Cuba, fondata nel luglio del 2007, che attualmente è composta da 84 soci, celebra Cuba in occasione della sua festa nazionale, la quale si tiene il 26 luglio di ogni anno, raccontando i passaggi più importanti della famosa rivoluzione messa in atto contro Fulgencio Batista. “A Cuba nel 1952 ci fu un colpo di Stato e che una giunta militare governò il paese fino alla fine del 1958, in questi anni anche i più elementari diritti civili erano disattesi e nessuno, che non facesse parte della nomenclatura militare che gestiva il Paese, poteva chiedere o pretendere il rispetto di un minimo di democrazia – ricorda la stessa associazione in una nota – tutto era basato sul contrabbando, sullo sfruttamento della prostituzione, sul commercio di alcol e droga, sul gioco d’azzardo, la malavita e i soprusi erano all’ordine del giorno”.

L’isola era “un enorme casino a cielo aperto, tutto quello che oggi si potrebbe definire illecito all’epoca, in quel contesto, era lecito e perpetrato ogni giorno”. A capo di tutto ciò era

Fulgencio Batista, “un dittatore criminale appoggiato dalla Cia e dalle cosche mafiose del continente che con l’aiuto di un esercito di 3.000 soldati era il padrone assoluto dell’isola; molti erano i gruppi e i movimenti che tentarono in qualche modo di sovvertire questa situazione”.

Il 26 luglio 1953 “un gruppo di 100 uomini capeggiati da un giovane avvocato: Fidel Castro, tentò di innescare la miccia della rivolta attaccando la caserma Moncada, a Santiago de Cuba, nella quale si trovavano 418 soldati di Batista”. Il tentativo “naturalmente fallì, molti dei rivoltosi che tentarono l’impresa furono uccisi durante il combattimento altri furono fatti prigionieri torturati e in seguito fucilati, alla fine se ne salvarono una trentina”. Fidel Castro “riuscì a fuggire sulla Sierra Maestra ma il 1° agosto di quello stesso anno fu catturato, incarcerato e processato; a sua difesa non volle avvocati, lo fece da solo.

La sua arringa finale fu tradotta in molte lingue e divenne un libro che coloro che conoscono un po’ la storia di Cuba sicuramente hanno letto; terminò la difesa personale con un presagio che risulterà azzeccato in pieno: ‘La storia mi assolverà’”. Fu “condannato a 15 anni di carcere ma già nel 1955, in seguito a una specie di referendum popolare, ricevette l’amnistia e tornò a essere un uomo libero”.

Negli anni a venire in tutta Cuba “il dissenso nei confronti della dittatura di Batista era pressoché totale, nacquero molti movimenti di rivolta quello più importante e attivo, in ricordo di quanto accaduto con l’attacco alla caserma Moncada, Fidel Castro, tornato ad essere il capo indiscusso della rivoluzione, lo battezzò Movimiento 26 de Julio”. Al movimento “aderirono tutte le categorie dei non allineati con Batista: operai, studenti, intellettuali e non, giovani, vecchi e tantissime donne”. La rivoluzione iniziò il 25 novembre 1956 in Messico con la partenza dal porto di Tuxpan, direzione la costa sud di Cuba, sul Granma, una barca a motore di 19 metri ora esposta a l’Avana, sulla quale avevano trovato posto 82 persone fra i quali Fidel Castro, Ernesto Guevara De La Serna e un italiano Gino Donè (morto il 22 marzo 2008)”. Nei 5 anni successivi “si sviluppò la Rivoluzione Cubana con le varie situazioni, i vari aneddoti, vittorie e sconfitte, i suoi eroi: Fidel, Il Che, Cienfuegos, Raul e tutti gli altri che con il loro sacrificio, la tenacia e coraggio sono riusciti nell’impresa di rovesciare un sistema fortissimo appoggiato dai poteri forti della società di quel tempo, dalla Cia, dalla mafia, dalla criminalità organizzata che vedevano nell’isola l’avamposto del facile arricchimento a totale discapito della gente di Cuba e di qualsiasi forma di legalità e democrazia”.

Gli storici “riconoscono, anche quelli non di parte, che la rivoluzione ebbe successo e si concretizzò con l’entrata a l’Avana delle forze castriste il 1° gennaio 1961 solo grazie all’ approvvigionamento di armi e munizioni e al supporto tecnico, logistico, economico, informativo, di propaganda, fornito dal Movimento 26 luglio”. È per tutti questi motivi che al movimento “viene attribuita una importanza che a Cuba non ha eguali”. La storia di tutta l’umanità “ci insegna che quelle popolazioni che sono state liberate dal giogo della dittatura e che da quel sistema hanno ricevuto solo violenze e prevaricazioni hanno sempre reso onore a chi le ha rese libere; per questi motivi il Movimento 26 luglio verrà sicuramente ricordato e celebrato in eterno dal popolo cubano.

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