Elezioni politiche: due coalizioni per un ballottaggio

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Vincono le due coalizioni più grandi, quelle composte dai partiti storici. Anche Rete vince, o forse stravince, considerato che si tratta di un movimento che ha stravolto tutti i canoni della politica. Ma i sammarinesi disposti a dar loro fiducia con i referendum, quando si è trattato di scegliere il governo, sono rimasti ancorati alle ideologie: la Dc, il partito socialista, la sinistra classica, per quanto modificata.

Nell’analisi dei dati non sfugge il grande escluso, Marco Arzilli, che dopo otto anni di governo alla guida della Segreteria di Stato all’Industria, non riesce a conquistare neanche un seggio per la sua lista. Stessa sorte anche per le due liste non coalizzate, che rimangono al palo.

Buono il risultato di MDSI che, pur essendo una lista nuovissima, è legata a Rete e sfrutta l’onda lunga del movimentismo.

A questo punto, il 4 dicembre, mentre l’Italia va al referendum sulla modifica della Costituzione, il Titano si prepara ad un ballottaggio che si annuncia molto interessante, perché mette in campo forze politiche strategiche: DC, PSS, PSD contro SSD, Repubblica Futura, Civico 10.

Può Rete diventare davvero l’ago della bilancia? Ovvero spostare i suoi voti da una parte piuttosto che dall’altra, determinando un ribaltamento degli equilibri costruiti dalle urne?

Qualcosa in più si potrà capire nei prossimi giorni, quando riprenderà la campagna elettorale.

Per quanto riguarda il numero dei seggi conquistati dalle varie liste, molte delle quali hanno perso diverse  postazioni pur essendo nelle coalizioni vincenti, è difficile ancora dire chi esattamente siederà in Consiglio Grande e Generale perché il premio di maggioranza toglierà numeri e nomi dalle forze di opposizione per rimpinguare le liste della coalizione che vincerà il 4 dicembre.

Ma che ne sarà del cambiamento annunciato e promesso in tutti i programmi di governo? Donald Trump stravolge l’America, ma gli altri Stati seguono il cambiamento? Di sicuro, a San Marino, non c’è stato un voto di protesta. Segno che gli elettori si fidano dei partiti che, più o meno e con alterne vicende, sono stati al governo negli ultimi trent’anni.

L’aspettativa rimane, comunque, molto alta su questioni nodali per il futuro prossimo. A cominciare dal sistema bancario e la delicata problematica dei crediti non esigibili. Ma ci sono altre faccende complesse e determinanti per lo sviluppo economico: l’IGC (Imposta Generale sui Consumi, altrimenti detta IVA) che dovrebbe superare la monofase; la SMAC Card, a cui tutti vogliono togliere la funzionale fiscale e farla tornare alle origini, quantunque siano stati spesi circa 10 milioni per la sua operatività; la parità di bilancio, che va fianco a fianco con la liquidità delle Casse dello Stato, sempre più vuote; la burocrazia, che ha raggiunto ormai livelli bizantini; la disoccupazione, che non accenna a diminuire; la carenza di infrastrutture di servizio. Ma c’è bisogno di una ventata di cambiamento e di idee nuove anche per il turismo, per la sanità, per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per la salvaguardia del territorio.

Oppure è meglio che rimanga tutto com’è, visto che San Marino ha superato indenne oltre 17 secoli di storia? Intanto aspettiamo il 4 dicembre. Il resto che verrà, sarà tutto da scrivere.

Angela Venturini

 

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