Adesso.sm fa il pieno di voti. La DC all’opposizione

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Il popolo di San Marino ha deciso: Adesso.sm deve andare al governo. Lo scarto è abbastanza netto:

La Dc rimane con l’amaro in bocca e va all’opposizione. È difficile riconoscere gli alleati che nelle ultime legislature le hanno governato a fianco: scomposizioni, ricomposizioni, cambi di nome, hanno cambiato le forze politiche. Resta da vedere quanto siano cambiate le persone.

Una giornata storica, per San Marino, che per la prima volta in 17 secoli di vita sperimenta il ballottaggio. Ma anche per l’Austria, che respinge l’ultranazionalismo, e per l’Italia, che boccia il referendum costituzionale.

Ma a noi basta e avanza guardare dentro i ristretti confini territoriali della Repubblica.

Cosa è successo? Come ha fatto la DC a perdere i 2000 voti di vantaggio e a farsi superare di altri 2000? Diversi gli elementi che hanno portato a questo risultato. Innanzi tutto la scarsa affluenza. Ma gli esperti dicono che il fenomeno è fisiologico. Più di tutto, forse ha pesato il messaggio che correva di bocca in bocca e sui social: mandiamo a casa la DC.

Tutto questo dopo una campagna elettorale paradossale, spesso sopra le righe, tra livori e veleni. Ma soprattutto, con attacchi feroci anche alla terza coalizione, quella di MDSI, ovvero Rete, dal cui bacino elettorale si doveva andare a pescare.

L’altro dato è la sconfitta dei partiti tradizionali. Quelli che hanno conservato le sigle storiche, sono ridotti quasi al lumicino a favore dei movimenti e delle nuove sigle. E infine non si può non accennare alle carenze di una legge elettorale, che non accontenta nessuno. Perfino i vincitori, che vanno a governare con una squadra di consiglieri in gran parte non eletti ma conquistati con il premio di maggioranza.

Cosa succederà? Adesso le forze politiche devono correre. La prima urgenza è votare il bilancio entro la fine dell’anno. Stando alle prime voci, la seduta di insediamento del nuovo Consiglio si terrà presumibilmente il 19 dicembre. Poi, nonostante le festività, a stretto giro si dovrà convocare la seduta per il dibattito sul programma di governo e il giuramento del nuovo Congresso di Stato. Quindi la seduta per la prima lettura del bilancio. Subito dopo. Quella per la seconda lettura.

Ma ci sarà quella discontinuità che tutti chiedono? Quali saranno le risposte alle grandi emergenze che stringono il Paese in una terribile morsa? Cosa succederà a Cassa di Risparmio e la sua massa di NPL? Cambieranno gli assetti societari di Asset Banca? Si faranno il polo del lusso e la centrale termoelettrica di Faetano? Dove si andranno a prendere i soldi per fare tutto quello di cui c’è bisogno.

Ma l’interrogativo a cui tutti guardano adesso: chi saranno i prossimi Segretari di Stato? Almeno questo interrogativo dovrà essere sciolto ben presto.

a.ve.

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