Rigore sì, ma anche sviluppo

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San Marino. Finanza pubblica e sistema bancario all’esame del Segretario di Stato Simone Celli nella prima serata che il governo dedica ai cittadini per raccontare i suoi primi trenta giorni. Sala strapiena a Domagnano, mercoledì 25 gennaio, per ascoltare quello che i sette Segretari di Stato di Adesso.sm hanno fatto dal loro insediamento, e quello che intendono fare.

“I problemi sono ingenti, la situazione è stata sottovalutata” esordisce il Segretario di Stato alle Finanze, che già annuncia un’altra serata a metà febbraio tutta dedicata ai conti pubblici, con cifre, numeri e tutto quanto emergerà dalla ricognizione che si sta già effettuando.

Al momento conferma un bilancio con 320 milioni di debito pubblico consolidato e altri 20 previsti nella finanziaria del dicembre scorso. Ma si sta già lavorando per cercare il pareggio nell’assestamento, che dovrà arrivare tra giugno e luglio.

Poi c’è il problema della liquidità, “che bisogna mettere in sicurezza” e quello dei fondi previdenziali “che non reggono più”.

“Serve una politica finanziaria impegnativa, di grande rigore – insiste Celli – ma servono anche misure espansive, investimenti per spingere la crescita. Siamo fermi allo zero virgola, e questo non può bastare.”

Poi passa al Fondo Monetario Internazionale. La visita del FMI è attesa a brevissimo.

“San Marino ha necessità di un accreditamento internazionale robusto – dice Celli – e questa visita è strategica perché, per noi, è fondamentale dimostrare credibilità in settori chiave come sviluppo, rilancio, investimenti, prospettiva.”

Infine, riferisce sull’Asset Quality Review predisposta da Banca Centrale. “Siamo il primo paese al mondo che ha avviato un’AQR al 100 per cento. Al termine, avremo la fotografia reale della situazione e potremo impegnarci per lo sviluppo.”

Dal 2008, con la “tempesta perfetta” che si è verificata in quegli anni, è stata una tragedia dietro l’altra. “È una fortuna che siamo ancora vivi!” proclama Celli. E da qui fa il punto sulla Carisp, sulla nomina del presidente della Fondazione, sul progetto di acquisizione dal momento che lo Stato detiene già il 46 per cento delle quote societarie. “Dovrà diventare l’asset fondamentale per il rilancio dell’intero sistema bancario, questa è la nostra mission.”

Il resto arriverà nella serata di metà febbraio

a.ve.

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