Nominato il presidente della fondazione Carisp

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San Marino. Il Consiglio conclude il dibattito avviato nella precedente sessione e nomina il nuovo presidente della Fondazione Carisp. Come è noto si tratta dell’avvocato Marco Giancarlo Rossini, che ha registrato il voto favorevole della coalizione di governo e l’astensione delle opposizioni.

In sede di replica del dibattito, il Segretario alle Finanze Simone Celli ha ulteriormente chiarito le strategie in atto su Carisp.

“Non è una statalizzazione stricto senso, ovvero imposta con una legge, ma una nazionalizzazione de facto”. E ha spiegato che per lo Stato è “obbligatorio” rivendicare la presenza negli assetti societari proporzionata agli interventi economici già effettuati.

“Saremo ben lieti di evitare una trattativa con la Fondazione su questo argomento, anche perché ci sono degli accordi in tal senso presi nella precedente legislatura”. Ha insistito: “Non dovevamo scegliere tra Stato sì, Stato no. Ci siamo trovati di fronte ad una situazione oggettiva, il passaggio non era prescindibile.”

Poi è arrivato alle domande che sono girate per l’Aula e nel Paese: quando la Carisp a produrre reddito? È vero che verrà venduta?

Celli ne ha aggiunte altre: è vero, o no, che i destini della Cassa sono legati ai destini dello Stato? Quindi insiste: “Per questo la statalizzazione è strategica. Dopo possiamo ragionare: trasformare Cassa in una banca commerciale o in una cassa depositi e prestiti. Dovremo decidere quale scelta strategica sarà più opportuna.

Al presidente della Fondazione ha mandato a dire: “Nessuna interferenza con lui, ma deve sapere cosa farà il governo”.

Infine ha anticipato l’incontro con Banca Centrale, in calendario per il 13 febbraio alle ore 17.

Intanto la Dc ha messo le mani avanti e ha presentato un ordine del giorno in cui, dopo varie considerazioni, ha chiesto l’impegno del “Congresso di Stato ad evitare ogni forma di scalata o acquisto da parte di soggetti privati, sia persone fisiche che società, ad esclusione dei soggetti che già oggi sono parte del capitale sociale della Cassa di Risparmio, di quote di partecipazione diretta o indiretta per una percentuale superiore allo 0,5%”.

Anche la maggioranza ha presentato un suo odg, nel quale invita il presidente “ad adoperarsi affinché la Fondazione e lo Stato trovino un punto di convergenza capace di garantire il giusto peso degli azionisti sulla base degli investimenti effettuati” ma che anche alla Fondazione sia garantita una partecipazione societaria in virtù del ruolo che svolge.

Entrambi gli odg verranno votati al termine della sessione.

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