Politica, servono nuove prospettive

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Le diverse criticità politiche e la contrazione economica hanno caratterizzato la Repubblica di San Marino negli ultimi anni. I complessi problemi economici devono essere risolti in tempi brevi dai partiti politici che hanno vinto le elezioni nel novembre 2016. Preoccupa la situazione delle banche mentre l’economia del Paese registra una forte contrazione specialmente nel comparto del turismo, un asset decisamente di rilievo per San Marino. I nuovi scenari economici devono fare i conti con un passato a tinte fosche dove il deficit è aumentato senza controllo. A delineare una breve analisi politica ed economica è Giuseppe Prete, presidente del Movimento Gente Onesta, lista civica indipendente in Italia. Con una laurea in tasca in Economia Aziendale è dirigente presso un Istituto bancario nazionale italiano, coautore del libro Manager di Strada – Editore Tatà (2008), già Consigliere Confindustria di Genova, Direttivo Sezione Economia, nella sua vita professionale è stato docente di Marketing Assicurativo presso la Facoltà di Economia degli Intermediari Finanziari di Pinerolo (Università di Torino), già componente del Pension Forum (Fondi Pensione) alla Bocconi di Milano. La passione per la politica inizia e si consolida a Lecce nel 1986, quando diventa Segretario cittadino del Movimento Giovanile della Democrazia cristiana, mentre nel 1987 è Consigliere provinciale. Nel 1993 è Vicesegretario cittadino. Nel 1994, quando si sciolse la Democrazia cristiana, viene eletto segretario cittadino del Partito Popolare Italiano. Questo incarico termina nel 1994.

Quali sono gli interessi politici e conseguentemente economici tra l’Italia e la Repubblica di San Marino?

La Repubblica di San Marino, con i suoi 35.000 abitanti, è un piccolo Stato all’interno della penisola italiana. Sopravvive prevalentemente di turismo, pari al 50% del PIL interno e fino a poco tempo fa, sopravviveva grazie al settore bancario e industriale. Per le industrie sicuramente agevolate dalle imposizioni fiscali di molto inferiori rispetto all’Italia, tali da attrarre nostre aziende verso la Piccola Repubblica, mentre per il settore bancario, il ‘segreto bancario’ è stata la maggiore attrazione di capitali romagnoli verso di loro. Interessi politici veri e propri non esistono, semmai l’Italia ha subito negli anni, grazie al continuo turismo bancario, trasferimenti di ingenti somme di denaro, frutto di evasione in Italia. Diciamo che gli evasori romagnoli sono i principali ‘clienti’ delle numerose banche a San Marino.

Il problema delle banche è ben presente a San Marino dove si stanno discutendo le diverse soluzioni riguardanti i crediti deteriorati, meglio conosciuti come Npl. Quali interventi strutturali è necessario intraprendere?

Dopo aver imposto al piccolo Stato nuovi accordi bilaterali, il più importante è l’eliminazione del segreto bancario, San Marino è entrato in una profonda crisi economica tale da scatenare una forte crisi finanziaria al piccolo stato. Negli anni San Marino, sopravvalutandosi, ha sempre fatto ricorso a prestiti bancari indebitandosi oltre le loro capacita patrimoniali e, in conseguenza di ciò, tolto il settore fluido bancario ormai inesistente, vi sono stati negli anni continui aumenti di tasse tali da non rendere più il piccolo Stato un luogo nel quale poter continuare ad investire, produrre, trasferire aziende. È successo tutto il contrario, una fuga di aziende verso altri Stati europei a basso regime fiscale, aumento della disoccupazione, svalutazione del settore immobiliare, inflazione in aumento, fuga di giovani all’estero (non in Italia), forte crisi bancaria che vede aumentare le sofferenze bancarie e con conseguenti crediti deteriorati inesigibili. Voci interne che ho raccolto in alcuni ambienti finanziari, si parla di chiusura di alcune banche sanmarinesi per fallimento. Mi chiede quali interventi è possibile fare sulla Repubblica? Sicuramente cambiare la legge elettorale è una priorità. La piccola repubblica gode di un sistema monocamerale, il più antico del mondo, ma che di fatto per loro si sta rivelando un boomerang senza uscita. Reggenti nominati dai partiti e che durano in carica sei mesi (poco per attirare interventi strutturali di medio lungo periodo), governi retti dal solo partito vincitore alle elezioni, spesso incompetenti e non certamente competenti in economia. Girando per San Marino, una Repubblica che mi affascina molto, si nota un calo spaventoso del turismo, desertificazione nei Castelli, assenza di giovani, industrie ‘sparite’, banche senza clienti. Pur essendo appena andati al voto, in novembre, il nuovo Governo eletto non dimostra di avere quelle capacità che potrebbero consentire una ripartenza.

L’economia italiana registra un’impennata con la nascita di nuove start-up. È un fenomeno che riguarda il cambio di paradigma economico dove i bisogni della popolazione cambiano drasticamente. Questa piccola rivoluzione in che modo coinvolge la Repubblica di San Marino?

Assolutamente ininfluente. La Repubblica di San Marino non è un luogo sul quale investire o avviare addirittura start-up.

Quali possibilità sono da mettere in campo per trovare accordi bilaterali mirati tra Italia e Repubblica di San Marino con i quali migliorare l’economia dei due Paesi?

La crisi economica europea ed in particolare la contrazione del mercato italiano, ricordiamo che la Repubblica è legata al mercato italiano per il 95%, ha determinato la perdita della imprese industriali sammarinesi, con gravi ricadute sull’occupazione. San Marino ha sofferto negli ultimi tre anni di una pesante recessione economica: il PIL si è contratto del 25% dall’inizio della crisi, del 4-5% nel solo 2012 e del 3,5% nel 2013. Mi auspico una ripresa, soprattutto il nostro Governo deve poter cooperare con loro e non vigilarlo. In fondo, pur essendo un piccolo Stato estero nello Stato italiano, anche l’Italia gode di questo privilegio ‘turistico’ estero. Per andare a San Marino si passa sul suolo del belpaese.

Francesco Fravolini

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