Rigore, equità, trasparenza

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I debiti non sono una bestemmia, se le risorse vengono destinate allo sviluppo. È uno di quei messaggi che attraversano l’aula del Consiglio Grande e Generale durante il dibattito sui conti pubblici. Ma è il Segretario alle Finanze Celli che, alla fine, in sede di replica, dà la versione ufficiale sulla posizione del governo. E soprattutto, sulla sua scaletta di marcia.

“Ci sono dei Consiglieri che sembrano venuti da uno di quei pianeti nella Galassia a 39 anni luce dalla Terra” esordisce cercando di sdrammatizzare le accuse provenienti in particolare dai banchi della DC sulla mancanza di soluzioni di fronte allo sfacelo dei conti pubblici e sull’azione terroristica del governo.

“Un minimo di coerenza ci vorrebbe, su un argomento delicato come questo” continua Celli sottolineando che la DC è stata al governo negli ultimi 40 anni e che il suo governo è in piedi da 58 giorni. Ammette comunque che nel governo di oggi c’è qualcuno che era anche nel governo di ieri.

Poi passa all’attacco, replicando un po’ a tutti i Consiglieri ma sottolineando le argomentazioni positive che sono venute dall’ex Segretario Capicchioni (PSD) e da Matteo Zeppa (Rete).

Quindi spiega che la riforma del sistema pensionistico si farà a breve, perché vada a regime nel 2019.

Le imposte indirette: si lavora sul progetto del vecchio governo andando solo a modificare i punti di debolezza.

Sulla mancanza di risorse e i problemi di liquidità, per i quali molti hanno paventato misure come un aumento delle tasse, Celli replica che nel prossimo assestamento di bilancio (in prima lettura a maggio) “non ci saranno misure con impatto economico recessivo”.

Concorda che lo “sviluppo è il tema dei temi” perché non basteranno i risparmi a fra quadrare i conti. E quindi, l’obiettivo del governo è raddoppiare la percentuale di crescita, almeno “due punti percentuali all’anno, a cominciare dal 2017”.

E poi il sistema bancario, che è strettamente collegato alla salute della finanza pubblica. Ma si aspetta la fine del percorso AQR per poter parametrare le proposte del governo.

Infine Celli dà la sua ricetta per uscire dal tunnel: “Rigore, crescita, equità”

A proposito di rigore, uno dei primi interventi sarà sulla spesa pubblica improduttiva per dare qualità alle uscite dello Stato.

La crescita invece dovrà attecchire sul programma delle riforme che il governo andrà a fare. L’obiettivo superiore è giungere ad un altissimo livello delle relazioni internazionali. “Questa è la vera sfida” sottolinea, elencando le diverse direttrici: Italia (e qui ha lodato il buon lavoro portato avanti dal precedente governo); il bilateralismo con gli altri Stati (quindi, interscambio e convenzioni sulle doppie imposizioni); Europa e organismi multiraterali perché San Marino ha bisogno di un buon accreditamento sul fronte internazionale.

Infine, di fronte alle tante Cassandre, ma soprattutto di fronte alle preoccupazioni di tanti cittadini, il Segretario Simone Celli ha chiosato: “Non diciamo che San Marino ce la può fare. Diciamo che San Marino ce la farà! San Marino ha le risorse umane, umane, materiali, culturali, sociali per farcela. E c’è un governo che ci sta mettendo il massimo impegno”.

“Bisogna ripartire con la fiducia – ha concluso – perché ne usciremo più forti e più competitivi.”

Al termine del dibattito, la votazione dei tre ordini del giorno presentati. Passa quello di maggioranza. Bocciati quelli a firma DC e Rete.

Nessuna parola sulla possibilità di accendere un finanziamento internazionale per sopperire alle carenze di liquidità.

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