25 Marzo 1906 – 25 Marzo 1957 due date convergenti

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Il nostro 25 marzo rappresenta la resurrezione del Popolo, una rivoluzione non violenta sollecitata dai nuovi ideali che si andavano formando, da un gruppo di nuovi dirigenti politici che volevano il bene del Paese, il ritorno alla Democrazia incominciando dal diritto di voto per il rinnovo del Parlamento. È stata una vittoria schiacciante quella del referendum di allora; oggi si direbbe una maggioranza bulgara ma allora fu il popolo unito a rivendicare la fine della oligarchia ed il ritorno alla democrazia. Non tutto andò come avevano pensato i proponenti del referendum, le resistenze al rinnovamento furono molte ed il Paese poté cambiare solo lentamente e subire anche i contraccolpi esterni. Ma le idee non furono sconfitte e le stesse ci sorreggono anche oggi per formulare una Visione che ci manca ed una serie di azioni che sono indispensabili.

Anche il 25 Marzo del 1957 fu una grande giornata per l’Europa, per gli ideatori ma la fu anche per il popolo che incominciava a capire di cosa si trattava ed il potenziale di quelle storiche firme. Ricordo, da esterno, i temi in classe nelle scuole medie sulla CECA e poi sul trattato di Roma che, spiegato agli studenti si è trasformato in tanti piccoli saggi fatti di speranze, di aspettative, di fantasiose ipotesi di unica lingua, unica moneta, unici diritti. Una cosa, insomma, molto carica di utopia ma pensata da uomini con i piedi per terra che sanno qual’ è il limite del possibile.

Così anche in Europa si è pensato di costruire una “cosa” nuova, una cosa che potesse star bene a tutti, una cosa che avrebbe garantito un lungo periodo di Pace che è il bene più prezioso.

La convergenza sta qui, la coincidenza delle date è solo occasionale ma per noi significativa, le ragioni sono le stesse così come le stesse sono le aspettative. Il vero significato è che quando illuminati pensatori si trasformano anche in capaci realizzatori il sogno diventa realtà che solo gli abilissimi distruttori saranno capaci di farlo diventare un “incubo”.

Lo dice anche il vecchio proverbio giapponese:

la Visione senza azione è un sogno; l’azione senza visione è un incubo!

È proprio ai “guastatori” che bisogna fare attenzione, bisogna isolarli per impedire loro di fare del male, di distruggere e riportare indietro il corso della storia. Anche Helsinki fu una cosa straordinaria che mise in pratica idee e valori maturati attorno al concetto della Pace e della libertà. Fu il trionfo della politica e della diplomazia dove anche un piccolo Paese come il nostro seppe mettere in campo proposte e valori che furono ampiamente condivisi dai grandi Paesi. Helsinki ha aperto le porte ad una Europa nuova ed ha garantito la pace attraverso il dialogo: come sarebbe bello a distanza di tanti anni ritrovarsi ad Helsinki e rinnovare quell’impegno.

Se da un lato riesce molto facile capire quale sia il valore delle idee, di un progetto realizzabile all’interno della visione, molto difficile riesce comprendere quali sono le ragioni delle derive che ogni tanto fanno deragliare il treno e compromettono il percorso. C’è da capire quanto pesano su questi fenomeni i nuovi egoismi dei singoli Stati; la burocrazia “regolicida” che fa impazzire tutti e rimpiangere il passato; gli interessi settoriali attorno all’energia ed al sottosuolo; l’industria bellica concepita non più per la difesa ma per l’offesa fino al punto di innescare destabilizzazioni e conflitti locali per piazzare la produzione in eccesso; la memoria che ogni tanto fa brutti scherzi perché non sorretta da adeguata cultura e formazione; Il partitismo esasperato che assomiglia più a dei Clan che al raggruppamento di persone che hanno gli stessi ideali,; gli ideali stessi che sono appassiti e tantissime altre piccole ma importanti cause che andrebbero, ciascuna,  valutate approfonditamente.

Dal trattato di Roma a quello ipotetico di San Marino c’è molta strada ancora da percorrere ma deve essere una strada non disegnata da burocrati di periferia ma da politici di alto livello e di forte impegno che sappiano coniugare il valore di una comunità e di un  Paese seppur piccolo, con la sua possibile collocazione in un contesto molto più ampio che però garantisca le libertà fondamentali e rispetti la cultura, le tradizioni, il modo di vivere senza intervenire con direttive inutili, dannose e comunque non applicabili a singole realtà.

Una Europa fatta di principi, di valori, di Pace e Libertà è l’Europa sognata dai fondatori; quella alla quale si sta andando incontro non corrisponde più a questi valori e questi principi. Non ci consola affatto l’idea delle velocità variabili perché potrebbero diventare tante quanti sono i Paese aderenti ed allora addio Europa. Ci consola invece il fatto che il 25 Marzo i fondatori si ritroveranno di nuovo a Roma non solo per celebrare giustamente un evento storico ma per contestualizzare, verificare e correggere la rotta e le azioni da svolgere in tempi brevi per consolidare e rilanciare la Visione di una Europa unita quale presupposto degli Stati Uniti d’Europa dove anche San Marino potrebbe degnamente inserirsi senza perdere nulla dei suoi grandi valori. Il problema non è l’euro ne l’immigrazione di massa. Il problema sta nella volontà di rendere concreta la democrazia, di cercare rapidamente una soluzione ai conflitti locali, di superare egoismi e limitare il potere della Nuova Oligarchia Internazionale Organizzata che è il grande nemico della storia moderna e le cui radici sono presenti ovunque, San Marino compreso.

Idealmente saremo anche noi a Roma il 25 Marzo e contemporaneamente festeggeremo, come sempre, il nostro 25 Marzo sparando cannonate a salve senza ferire nessuno; premiando i bravissimi componenti dei corpi militari; ricordando quello storico Referendum –  727 a favore della Democrazia e soli 75 contro – la cui vittoria appartiene al Popolo e non è ereditabile se non dal popolo stesso. Consideriamo che il Popolo non è solo quello attuale, è anche quello che verrà ma anche quello che è stato le cui tradizioni, i cui valori, le cui aspettative non vanno tradite in nome di una vaga modernità ma valorizzate nell’ambito di una Visione da definire ed una serie di Azioni da concordare e sviluppare armonicamente mettendo fine alle rivalità ed alle invidie. Compiendo un atto di pace nella politica senza il quale le azioni non corrisponderanno mai alla visione; una pace politica che dia la forza di riprendere il cammino dello sviluppo e l’ammodernamento nel rispetto delle tradizioni nella consapevolezza che non vi può essere progresso senza pace ne sviluppo senza l’apporto di tutti e nell’interesse del paese.

Se simbologia nuova vogliamo dare al nostro 25 marzo potremmo pensare di liberarci dai nuovi Vicerè che si sono arbitrariamente insediati in Repubblica senza titoli né mandato, orientati solo a sfruttare la nostra autonomia e le nostre ricchezze che risalgono alle nostre origini, determinati a farci diventare tutti degli Ascari in contrasto con le parole del Fondatore che ci disse: Relinquo Vos Liberos ab Utroque Omine. Dovrebbe bastare questo a farci gettare il Kepi che ci hanno forzatamente fatto indossare, a farci ribellare ad un sistema che non è il nostro ed al quale non abbiamo proprio nulla da imparare, anzi!

Difendiamo infine la nostra carta dei diritti fondamentali alla quale tutti devono rispetto ad iniziare dal Consiglio Grande e Generale che deve legiferare solo in conformità ad essa; gli organi di Governo che devono garantire uguali diritti nelle applicazioni pratiche; ai Cittadini uniti che devono partecipare alla crescita dell’economia e pagare le giuste imposte e ricevere in cambio un completo sistema di sicurezza sociale che non va confuso con la semplice attività in campo sanitario.

Il 25 Marzo sia per tutti noi un data da ricordare ogni anno con nuove azioni di crescita e di stimolo a garantire a San Marino ed ai sammarinesi la pace, la prosperità ed il progresso nell’ambito di un sistema libero e democratico dove ognuno si sente perfettamente impegnato a svolgere la propria parte. Sia anche per i Leader Europei l’occasione per rimettere in moto il processo di integrazione e di completamento della grande idea.

Peppino Della Balda

 

 

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