Macron, tutto come previsto

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San Marino. Sulle recenti elezioni francesi, vinte da Macron, ospitiamo volentieri l’opinione di Peppino Della Balda.

C’erano tutte le condizioni perché Macron vincesse, in Francia, il ballottaggio con un consenso molto ampio rispetto al competitor. In questo caso non si può dire come in tanti altri casi, che ha vinto quello che ha perso. Qui si tratta di conferma del primo turno verso una proposta moderata, liberale in economia, sensibile sul piano sociale, convinta nella difesa e nella evoluzione dei diritti fondamentali, compatibile con l’Europa ma non con questa Europa. Una Europa degli stati nella quale ci sarà da attendere ancora molto prima di poter arrivare agli stati uniti d’Europa, che rispetta la sovranità, l’autonomia e la sicurezza in un quadro di regole di principio accettate da tutti.

Dunque non sarà la dimensione di uno Stato a determinarne il ruolo, ma la capacità di produrre ricchezza per sé e per gli altri in una economia libera e non subordinata a regole vantaggiose per nuovi oligarchi. Sarà o potrebbe essere, la capacità di esaltare i valori della libertà e della pace e di contribuire alla loro difesa, a definire gli spazi che ogni Stato gestirà in autonomia in rapporto alla propria origine e caratteristica.

Potrebbe perciò essere anche uno spazio dove i piccoli Stati trovano una loro collocazione che faccia salva la sovranità e l’autonomia senza dover subire un sistema di regole “regolicide” assolutamente incompatibili con le piccole dimensioni. Anche il tema sicurezza potrebbe essere affrontato con la logica della sovranità e dell’autonomia che un piccolo stato rischia di perdere se delega con troppa facilità o si lascia trascinare in un sistema di regole non condivisibili e non accettabili perché in contrasto con i suoi valori ed i suoi principi fondamentali sui quali si regge l’ordinamento statuale.

Certo è che non sarà facile rendere compatibili le due cose ma lo diventerà se usciremo dall’amletico dubbio fra essere o non essere.

Cosa ci aspettiamo da Macron è del tutto facile da indicare: rilancio dell’unione europea su basi rinnovate di regole semplici e principi applicabili, basate sul libero commercio che dovrà essere equilibrato e non protezionista; che abbia cura dell’ambiente senza lasciarsi travolgere dalle facile demagogie; che assicuri l’energia necessaria per la crescita equilibrata; che garantisca i diritti fondamentali quali il lavoro, la salute, la cultura, la casa ed anche il risparmio che non dovrà mai più essere messo a rischio dai predoni dell’alta finanza.

Le vere spinte antieuropeiste nascono dal disagio e dalla delusione procurate da un sistema di governo dell’unione, miope, settario, imprudente e deludente senza una linea politica condivisa  e con lo strapotere dei “ Regolatori” senza guida.

Ora ci sono i presupposti per dichiarare chiusa la crisi dell’Europa e dare il via ad una fase espansiva di crescita e benessere, ci sono i presupposti per il rilancio dell’Europa che, lo sappiamo, non sarà facile ma è l’unico obiettivo compatibile con la visone di un mondo che vuole vivere in pace, che è tollerante, che è solidale ma nell’ambito di principi basati sul diritto e non sulla facile e spesso demagogica generica solidarietà.

In questo progetto di rilancio della UE c’è spazio anche per noi che dobbiamo risollevare la testa in quanto siamo un popolo a pari diritti con gli altri; in quanto portatori di valori quali la pace e la democrazia che non ha uguali nel mondo; in quanto disponibili anche a nuovi sacrifici purché utili alla ripresa del nostro cammino reso difficile, negli ultimi tenta anni, da una politica incapace di darsi una Visione e fare scelte nell’interesse della collettività e non di qualcuno.  Sacrifici per fare in modo che la nostra Sovranità venga recuperata, esaltata e gestita nell’interesse del popolo; per fare in modo che l’Autonomia torni ad essere un concetto valorizzante della sovranità ed infine dove la sicurezza non deve dipendere da scelte esterne ma da quelle che il popolo riterrà opportuno fare.

Questo progetto di partecipazione al rilancio della UE passa anche attraverso un forte atto di riappacificazione nazionale che metta fine all’invidia, che stoppi l’odio ed eviti guai peggiori come la rivolta che è sempre dietro l’angolo e che allo stato attuale non ha più quegli “ammortizzatori” che un tempo servivano a calmare i nervi. Un atto di pace e di concordia è assolutamente indispensabile per ritrovare la nostra capacità di risolvere da soli i nostri disagi ed i nostri contrasti per tornare ad essere credibili, appetibili, stimati come lo eravamo un tempo. Occorre una sforzo molto grande ma lo si deve fare altrimenti addio Europa, addio Sovranità, addio Autonomia e addio Sicurezza: i Vicerè avranno vinto ed a noi non ci resterà che farci disegnare da Ferrè un nuovo modellino di “Képi” da indossare alla domenica nel giorno del ringraziamento verso il nuovo sovrano sperando, ma è escluso, che il Santo Marino non se ne accorga.

Personalmente ringrazio Macron per la finestra che ci ha aperto sperando che diventi una porta che nessuno potrà mai più chiudere. Una sana, concreta e espansiva politica estera è lo strumento per far comprendere i nostri valori, il nostro impegno, la nostra visione e le azioni che intendiamo sviluppare affinché non resti un sogno.

Peppino Della Balda

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