Serata CSU, le banche viste dalla politica

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San Marino. La CSU organizza una serata a Domagnano per discutere in pubblico della situazione delle banche con governo a opposizione. Accanto a Giuliano Tamagnini (Csdl) e Riccardo Stefanelli (CDLS), ci sono il Segretario alle Finanze Simone Celli, Mario Venturini (Repubblica Futura), Giancarlo Venturini (Pdcs), Elena Tonnini (Rete). La sala è stracolma, e il pubblico diventa un soggetto attivo della serata con applausi, ma più ancora di più con fischi, urla e proteste distribuiti un po’ a tutti in maniera piuttosto veemente. Eccetto Elena Tonnini, più volte applaudita per la sua coerenza e chiarezza. È scontro aperto tra i big, che non si risparmiano accuse anche molto pesanti.

Tutti si aspettano risposte. Ma Celli si limita a raccontare quello che è successo in questi mesi. “A conclusione dell’AQR emerge un deficit di capitale – spiega – con coefficienti molto alti rispetto alla convenzione di Basilea 3, più bassi rispetto alle nostre norme. Il governo ha inteso entrare come player nel sistema e ha indicato Casa di Risparmio come perno del sistema in una visione internazionale. È suo obiettivo tutelare i risparmiatori e i posti di lavoro. Per questo ha individuato un nuovo CDA che desse garanzia in un processo di rilancio. In passato, sono stati iniettati 220 milioni in Cassa, senza un piano di sviluppo e con un bilancio in passivo. Il nostro progetto è in antitesi con quello del vecchio governo”.

Fischi a non finire finchè non prende la parola Giancarlo Venturini: “Celli parla ma non dà risposte.” E giù applausi. “L’impegno con Basilea 3 è per settembre – continua il segretario PDCS – ma oggi è il governo che deve dare prospettive al sistema bancario per un progetto Paese. Oppure il progetto è solo quello dallo sceriffo e dal faraone?” Sottolinea anche la liquidità immessa nella Cassa ha salvato il sistema, mentre oggi si fa solo allarmismo.

Prende la parola Mario Venturini, contestatissimo perché era nel vecchio ed è anche nel nuovo governo. Ma lui non si scompone e racconta che la crisi di governo del luglio 2016 è nata proprio sulla questione delle banche. Ripercorre quindi l’affare Delta del 2009, lo scudo bancario che ha portato via circa 7 miliardi, la crisi economica, gli NPL, la crisi di liquidità. “Tutto questo – dice Venturini – è colpa del governo o degli amministratori delle banche?”

Continua: “In questo contesto, la Dc non voleva l’AQR, non voleva toccare il CdA della Cassa, ecco perché hanno litigato DC e AP. Poi ci siamo trovati di fronte ad un bilancio in passivo di 15 milioni e un secondo bilancio con un passivo di 77. A quel punto bisognava toccare la Cassa, rivedere il peso della Fondazione attraverso un percorso di AQR. Non mi vergogno di dire che ho appartenuto ad un governo che sulle banche non voleva fare niente. Ecco il motivo della rottura.”.

Elena Tonnini espone i suoi distinguo: “Dipende sempre come si agisce. Di fronte all’immobilismo del governo precedente e gli interventi a gamba tesa di questo governo, c’è una terza via che non fa saltare le banche. A voglia parlare di Basilea, qui c’era un direttore indagato e adesso c’è anche il presidente, che non se ne va. Così sono due. C’è una banca che di fatto è nelle mani dell’Ecc.ma Camera, una Banca Centrale che non ha alcun controllo e non c’è alcun indirizzo politico.”

Continua dicendo che il piano industriale non la può fare il CdA perché non ha competenze, tanto è vero che è stato affidato a dei consulenti esterni, ben pagati; che il problema di liquidità è stato trasformato in un problema patrimoniale a causa della progressiva mancanza di fiducia da parte dei cittadini.

Su Asset, Celli ha poi spiegato che è la legge a vietare l’informazione sulle motivazioni del commissariamento, ma il prosieguo della serata è tutto un alternarsi di fischi e di contestazioni dal pubblico. Lui appare spesso in difficoltà. È cambiato parecchio l’atteggiamento della gente dai primi mesi di governo ad oggi. E anche se in platea c’erano tanti correntisti Asset e tutta la vecchia dirigenza, c’erano anche molti altri cittadini desiderosi solo di capire. Alcuni se ne sono andati per protesta, altri sono rimasti fino alla fine. Il resto lo si vedrà nei prossimi giorni.

 

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