Anche il governo va in piazza, ma per sostenere le sue ragioni

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San Marino. Se tutta l’opposizione va in piazza, durante le giornate di Consiglio; se il Sindacato ha già programmato la manifestazione, con tanto di corteo fino a Palazzo Pubblico; anche il governo ha deciso di andare in piazza. Stesso metodo di coinvolgimento popolare, ma evidentemente con finalità diverse.
Tutto il governo, infatti,  mercoledì prossimo organizza l’appuntamento“A porte aperte” tutto dedicato ai decreti. Intanto, i capigruppo di maggioranza spiegano le ragioni.

La stagione delle bufale è tornata, commenta Roberto Giorgetti. Prima si diceva che il governo voleva svendere Cassa a Grandoni, poi che l’Aqr avrebbe provocato disastri spaventosi e che gli Npl sarebbero stati regalati a società estere. Nulla di tutto questo è avvenuto e avverrà. È in corso un confronto sereno tra gli istituti di credito e Banca Centrale e i decreti fanno parte del progetto di rilancio dell’economia e del sistema finanziario. L’unica proposta della Dc al riguardo, polemizza, era “facciamo finta di niente”.

Rimarchiamo con forza, aggiunge Matteo Ciacci, che nessuno perderà un centesimo, esattamente il contrario del bail in. Garantiti tutti i depositanti, anche le obbligazioni subordinate. Inoltre, assicura Ciacci, verranno avviate azioni di responsabilità nei confronti di chi è sospettato di malagestio, quelle azioni che sono state insabbiate nei casi precedenti. Solo il 20% dei clienti di Asset che ha una franchigia superiore ai 50mila euro subirà la conversione in obbligazioni a 3 anni con un interesse minimo dell’1,5%. Questa operazione, sottolinea, garantisce tutti: Cassa compresa.

La maggioranza smentisce tutti i timori sollevati dall’opposizione. Stanno facendo terrorismo, dice Giuseppe Morganti. La liquidità bancaria nell’ultimo mese è salita di oltre 30 milioni. Le principali testate economiche italiane hanno giudicato positiva questa operazione e, rimarca, anche la nostra scelta della bad bank pubblica ieri è stata sposata in pieno dall’Unione Europea. Il credito di imposta e le obbligazioni, spiega Morganti, sono entrambi debiti dello Stato verso le banche. Ma mentre sul primo non ci sono controlli, le obbligazioni hanno un credito definito che andremo a trattare. Questa, aggiunge la maggioranza, è la prima tranche importante di finanziamento del sistema per non fare debito estero.

Con i 45 milioni di Fondiss, chiude Giorgetti, si ratifica una scelta in accordo con i gestori del fondo e, invece di lasciarli ammuffire verranno usati da Banca Centrale, con ulteriore garanzia dello Stato, per aiutare tutto il sistema bancario. 

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