Stefano Canti sui decreti salva banche

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San Marino. L’Ordine del Giorno approvato dalla maggioranza a chiusura del dibattito consiliare sul sistema bancario impegnava il governo “ad avviare un confronto con tutti i rappresentanti della politica e con le forze sociali…”.

A partire da questo presupposto, il sottoscritto, insieme al consigliere Gian Carlo Venturini, in Commissione Permanente Sanità, Previdenza e Sicurezza Sociale abbiamo presentato un nuovo Ordine del Giorno per richiedere “la documentazione relativa alla ricostruzione dell’allocazione dei fondi pensione e del Fondiss e precisamente, la documentazione che attesti in quali Istituti di credito Sammarinesi sono allocati, per quali importi ed in che tipo di investimento e/o titolo sono investiti e programmare, entro la fine del mese di luglio, un’audizione in Commissione Permanente IV con i vertici di Banca Centrale, il Segretario di Stato alle Finanze e Bilancio ed il Segretario di Stato alla Sanità per esaminare le iniziative per garantire concretamente – e non con mere delibere enunciative del Congresso di Stato – la restituzione dei fondi pensione allocati negli Istituti di Credito sammarinesi ed il percorso per la graduale segregazione dei fondi stessi”.

La Maggioranza presente in Commissione, dopo una prima valutazione positiva nel merito delle richieste formulate, su parere del Segretario di Stato Celli ha respinto la nostra richiesta sostenendo che fosse improprio udire i vertici di Banca Centrale in Commissione.

Ancora una volta dobbiamo constatare che, da una parte, la Maggioranza non è in grado di effettuare un confronto costruttivo in linea con quanto da loro stessi approvato in Consiglio, su un tema così delicato come i fondi pensioni e, dall’altra parte, il Governo delibera tre decreti in una notte – uno per Banca CIS e due sui fondi pensione – senza alcun confronto a livello istituzionale. La stessa Maggioranza, e lo stesso Governo, che in campagna elettorale si era dichiarata grande sostenitrice di un metodo nuovo basato su confronto e condivisione.

Relativamente al decreto sui fondi pensioni (FONDISS) ritengo che “l’operazione di sistema necessaria per salvaguardare i risparmi di migliaia di depositanti”, come definita dal Governo, debba essere chiarita.

Con i decreti varati dal Governo, infatti, è stata autorizzata la migrazione dei correntisti di Asset Banca in Cassa di Risparmio, ridando piena operatività ai depositi inferiori ai 50 mila euro, con l’emissione delle risorse relative al secondo pilastro pensionistico (circa 50 milioni) a titolo di liquidità nel sistema bancario, o meglio in Cassa di Risparmio, senza aver effettuato alcun confronto con le parti sociali e con tutti i rappresentanti della politica.

Tutto il capitale del secondo pilastro, e chissà magari in futuro anche parte del primo pilastro, potranno essere portate in Cassa di Risparmio per garantirne temporaneamente quella liquidità che il Governo e BCSM stanno sgretolando giorno per giorno con interventi autoritari quando non addirittura contrari alla legge, come il Tribunale ha fatto notare già in due occasioni.

In questa fase io credo che restino solo due cose da fare:

  1. rendere immediatamente inefficaci i tre Decreti Legge emanati dal Governo per ricercare un confronto sulle tematiche, come richiesto anche dalle associazioni datoriali;
  2. ristabilire il corretto rapporto di confronto, dove la politica o gli organi Istituzionali, riprendano il loro legittimo ruolo bloccando l’azione e lo strapotere dei vertici di Banca Centrale.

L’attuale crisi bancaria è profondamente differente dalle precedenti a causa del clima di sfiducia dei correntisti e delle banche, rispetto all’operato degli ultimi sei mesi dei vertici di BCSM e del Congresso di Stato.

Infatti, non è stato un caso che le crisi precedenti siano state gestite senza intaccare la fiducia, così come non è stato un caso che il periodo della Voluntary Disclosure sia stato gestito senza far fuggire i sammarinesi come, invece, sta accadendo ora, a ritmi giorno per giorno crescenti.

Per recuperare la fiducia occorre fermarsi immediatamente, creare discontinuità con questo metodo e ripartire facendo scelte di sistema dove tutte le componenti possano esprimersi (BCSM; Governo; Banche; politica e parti sociali) e spiegando alla gente il progetto di rilancio del sistema bancario, in maniera trasparente.

Stefano Canti – Consigliere PDCS

 

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