La maggioranza salva Celli

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Con 33 voti contrari e 22 a favore, l’Aula nel tardo pomeriggio respinge la mozione di sfiducia sottoscritta da 17 consiglieri di opposizione nei confronti di Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze. Il voto giunge al termine di un dibattito fiume iniziato in prima mattinata, alle 8, a cui erano previsti 56 interventi. A illustrare la mozione, in apertura dei lavori, il consigliere Pasquale Valentini, Pdcs: “La richiesta di sfiducia- esordisce- prende le mosse dal fatto che, nell’ambito delle responsabilità attribuite al segretario di Stato Celli, in diverse occasioni abbia disatteso le deliberazioni del Consiglio Grande e Generale o abbia avvallato deliberazioni oltre i limiti dei propri poteri”.

Il diretto interessato, il Segretario di Stato Celli, da una lettura politica della mozione dell’opposizione: “L’iniziativa- spiega- rientra evidentemente in una più ampia e articolata strategia della tensione, portata avanti da coloro i quali hanno l’interesse a generare confusione con l’obiettivo di destabilizzare l’attuale quadro politico e, di conseguenza, di interrompere l’azione del nostro Governo”. Non tanto per Celli sotto la lente dei partiti di minoranza ci sarebbe il suo operato in senso stretto, piuttosto “C’è in atto un chiaro tentativo di restaurazione- manda a dire-ì un tentativo di ritorno al passato, un disperato e estremo tentativo di autodifesa dell’ancien regime”.  In definitiva, la tesi poi condivisa da tutti i consiglieri di maggioranza intervenuti è che “si sta cercando di sfiduciare il presente, per mettere in discussione il futuro e soprattutto per ridare fiducia al passato”. Elena Tonnini, Rete, smonta la tesi dell’attacco politico all’intero governo: “Se volevamo fare una mozione di sfiducia al governo, l’avremmo fatta- puntualizza- la mozione è piena di significati e contenuti non toccati in Aula dai consiglieri di maggioranza”. E ammonisce i colleghi di Adesso.sm: “Con il vostro voto sulla mozione farete sapere ai cittadini chi ha indebitato il Paese”.

Rigettata la mozione di sfiducia e terminato l’Odg della convocazione d’urgenza, il Consiglio grande e generale affronta la scaletta dei lavori originaria, partendo dal Comma Comunicazioni, su cui si interrompe la seduta pomeridiana. I lavori sono proseguiti in seduta notturna con il comma comunicazioni. La ripresa, oggi pomeriggio, quando si mobiliterà anche la piazza

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