Decreto banche, ecco che cosa prevede

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San Marino. Dopo tanto clamore, riproponiamo, per una migliore conoscenza, la presentazione del decreto banche, il numero 87, fatta in Consiglio dal Segretario alle Finanze Simone Celli, in occasione della ratifica.

“Il presente Decreto Legge è emanato allo scopo di consentire il sostegno operazioni finalizzate al risanamento del sistema bancario sammarinese a parziale modifica del Decreto Legge 10 luglio 2017 n.79. A seguito di confronto e riesame della norma citata che viene abrogata e sostituita dal presente provvedimento, è stato eliminato l’articolo, 5 ovvero la possibilità da parte di Banca Centrale di riallocare le somme depositate da Fondiss presso gli istituti sammarinesi.  La norma prevede forme di sostegno diretto ed indiretto alle banche cessionarie nell’ambito di operazioni di acquisto di istituti in Liquidazione coatta amministrativa”.

“L’articolo 3 – ha proseguito Celli – prevede la non applicazione delle norme previste per il fondo di garanzia dei depositanti ai casi in cui intervengono forme di garanzia più ampie.  L’art.4 prevede le forme di garanzia a copertura degli eventuali finanziamenti erogati dalla Banca Centrale. L’art. 5 introduce la possibilità di conversione a richiesta del beneficiario del credito di imposta e secondo un tasso di conversione definito, in titoli del debito pubblico. Il tasso di conversione, sarà definito con Decreto Delegato tenendo conto delle condizioni previste al momento del riconoscimento del credito nonché delle possibili attività derivanti dalle operazioni di recupero dei crediti o dalle azioni di responsabilità. Quest’ultimo intervento è finalizzato al ripristino del gettito fiscale in capo alle banche nonché alla maggior utilizzabilità dello stesso”.

“È un Decreto – ha aggiunto il segretario di Stato – che va inserito in una cornice sistemica. È elemento fondante del combinato disposto con i decreti 78 e 80. A loro volta i tre decreti vanno inseriti in cornice più ampia della cessione in blocco, in tempi ragionevoli, di Asset spa in Cassa di Risparmio. Fin dall’inizio Governo e banca centrale hanno definito tale operazione come “operazione di sistema”.  Infatti Cassa di Risparmio, banca di sistema, è perno del piano di risanamento dell’intero sistema bancario. Sono oltre 4 mila le posizioni bancarie trasferite da Asset banca a Carisp. Il Cda sta ultimando il suo lavoro sul progetto di bilancio che verrà demandato all’assemblea dei soci. Sarà un bilancio che mette in evidenza condizioni finanziarie e patrimoniali di Carisp e lo Stato farà tutto il possibile per sostenere Cassa di risparmio che avrà tutto il supporto dello Stato. La convertibilità dei crediti di imposta stessa è un’operazione di sistema per creare le condizioni iniziali di una bad bank nazionale che andrà a gestire gli Npl con l’esattoria di Stato a supporto del recupero dei crediti.  Non ci saranno operazioni debito-su debito e basta, ma anche debito su attivi che riguardino per esempio il recupero di immobili per le aziende partecipate (Rtv, Ente Giochi). I decreti delegati dovranno stabilire tasso di conversione dei crediti di imposta. E’ in definitiva un’operazione che, se gestita oculatamente, con la conversione può convenire allo Stato”.

Tra i vari emendamenti presentati dallo stesso governo quello legato alle garanzie dello Stato sui fondi previdenziali “dietro precisa richiesta dei sindacati – ha concluso Celli – poi un ultimo emendamento che consentirà di affrontare con maggiore gradualità il percorso di revisione della qualità degli attivi. In seguito all’Aqr pensiamo infine di introdurre una possibilità di deroga per Banca centrale, e far sì che le istituzioni bancarie possano essere accompagnate con gradualità”.

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