Venturini: non abbiamo la ricetta magica, ma non vogliamo padroni che comandano

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San Marino. La Festa dell’Amicizia si rivela ancora una volta un momento politico centrale. Non solo per i contenuti, ma anche e soprattutto per la partecipazione della gente. Nessun altro appuntamento può registrare i numeri della piazza di Serravalle. Il Segretario Giancarlo Venturini usa toni forti, non risparmi critiche al governo di questi ultimi 8 mesi, ma espone anche una cultura di governo, che evidentemente sa tranquillizzare le masse. Ecco il suo intervento.

Cari Amici ed Amiche, un grazie di cuore per essere qui oggi alla 44a edizione della nostra festa. Siamo arrivati a 44! Un traguardo importante, sono 44 anni che la Festa dell’Amicizia anima l’estate sammarinese, c’è soprattutto il piacere di stare assieme, di ritrovarsi, di sentirsi parte della grande famiglia democristiana.
44 anni in cui tanti amici ed amiche, con passione, con affetto, con generosità, con spirito di sacrificio, hanno contribuito a realizzare un momento significativo per la vita di tutti ma, soprattutto, hanno contribuito a realizzare la dimensione popolare del nostro Partito.
Ringraziamo, perciò, con un grande applauso le Sezioni di Serravalle, Dogana e Falciano, il nostro Movimento Giovanile, il Comitato Promotore, ma soprattutto i Volontari, quelli che hanno lavorato quest’anno, ma anche i tanti amici che, in questi 44 anni, hanno dato gratuitamente il loro contributo per il successo sempre crescente della nostra Festa.
Grazie, grazie sinceramente perché senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile!
Un anno fa la Festa si svolgeva in un momento politico particolare: si era aperta da pochi giorni una crisi politica che avrebbe portato qualche settimana dopo allo scioglimento del Consiglio Grande e Generale e successivamente alle elezioni del novembre scorso ed al turno di ballottaggio di dicembre con il risultato che ben conosciamo e che ha visto posizionare il nostro Partito all’opposizione.
Nell’ultima tornata elettorale, la legge in vigore dal 2007 ha mostrato tutti i suoi limiti. Nata per orientare le forze politiche verso un sistema bipolare, in presenza di tre o più coalizioni, finisce per premiare eccessivamente, con il ricorso al ballottaggio, una coalizione che non rappresenta la maggioranza del Paese.
Quindi sarà necessario introdurre dei correttivi al fine di ripristinare la giusta rappresentanza delle forze politiche rispetto ai consensi ottenuti, ferma restando l’esigenza di garantire la governabilità del Paese. A questo proposito stiamo valutando la possibilità di presentare dei referendum da proporre alla cittadinanza per garantire la legittima rappresentanza politica.
Portare via un numero elevato di consiglieri, democraticamente eletti, alle altre forze politiche lede la democrazia rappresentativa, una questione di cui è stata valutata l’incostituzionalità anche in Italia, e che vale a maggior ragione per questa Maggioranza che di consiglieri ne ha portati via 15 alle forze di opposizione.
Non posso non fare alcune riflessioni sulle ultime elezioni, riflessioni sincere, utili per capire anche dagli errori.
Per due legislature – dal 2008 al 2016 – siamo stati fortemente impegnati ad affrontare le emergenze – a garantire lo Stato sociale, ad accompagnare le banche, a consolidare i loro bilanci, ad assicurare la stabilità dei conti pubblici, a rilanciare l’economia e lo sviluppo.
Molto è stato fatto ma si poteva fare di più.
E’ giusto ed utile riconoscere quanto è stato fatto, ma anche le nostre responsabilità, il malessere che c’era nel Paese, anche contro il nostro Partito.
Molti cittadini, stanchi di una politica dalla quale si chiedeva di più, e la mancanza di risultati sperati, volevano cambiare ed hanno votato per il cambiamento, per il rinnovamento, per facce nuove.
Ma oggi, dopo circa 8 mesi di operato del nuovo Governo e della maggioranza siamo obiettivi – questi sono i risultati:
Un sistema bancario in enorme difficoltà che ha perso la fiducia all’interno e all’esterno del Paese
Un’economia che è ferma – in pochi mesi si è perso tutto il lavoro di anni che iniziava a dare i primi risultati positivi
Immobilismo in settori chiave, quali il turismo e la sanità- tante parole ma senza iniziative ed interventi
Indebitamento pubblico per errori nella gestione del sistema bancario che impegnerà per decenni le finanze pubbliche togliendo risorse allo stato sociale e agli interventi sulle infrastrutture
Dopo 8 mesi di operato del nuovo Governo e della maggioranza: che aria si respira nel Paese? Cosa pensa la gente di questo “nuovo” governo?
Delusione, paura nel futuro, decisioni incomprensibili, arroganza di chi non ha un progetto e vive alla giornata, sono le sensazioni che noi cittadini percepiamo a causa dell’operato del Governo. Ma negli ultimi tempi, queste sensazioni hanno lasciato il posto ad una consapevolezza più grave, più inquietante, più pericolosa. La consapevolezza che il Paese è in mano a persone che invece di fare gli interessi di San Marino pensa ai propri interessi.
In mano ad un manipolo di persone che dà ordini, comanda e che non si preoccupa né del presente né del futuro del nostro Paese, ma pare si interessi solo del proprio tornaconto, a discapito dei sammarinesi.
Di una cosa sono certo: NOI non avremmo mai eseguito gli ordini di chi mette in grave rischio il futuro dei nostri figli, il fondo pensioni e la stessa credibilità di San Marino, di chi non ha nulla a che fare con San Marino e non dimostra di fare i legittimi interessi di San Marino.
NOI NON POSSIAMO E NON DOBBIAMO ACCETTARE QUESTO STATO DI COSE e, ne sono certo, sono tanti i sammarinesi che non possono tollerare questo stato di cose.
E’ di questi giorni l’ultimo schiaffo alle regole democratiche. Dopo un confronto inesistente quasi da presa in giro, in sede di assestamento di bilancio, il Governo senza alcun confronto preventivo ha presentato un emendamento per aumentare di 200 milioni il debito pubblico. I consiglieri di maggioranza sembra che poco o nulla sappiano delle decisioni del Governo ma garantiscono con il loro voto in aula il percorso disperato e dissennato del manovratore di Palazzo Begni o di chi da dietro ha disegnato il percorso.
Di fronte anche a questo ulteriore schiaffo alla Democrazia ed al Paese non potevamo che uscire dall’aula per esprimere con forza la nostra opposizione non solo alle decisioni ma anche al metodo, all’attacco alle regole minime di democrazia.
Contro il metodo e contro gli emendamenti dell’ultimo momento si sono schierate anche le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria.
I sindacati hanno parlato di “voltafaccia” del Governo verso gli impegni assunti.
Ci siamo rivolti persino alla Reggenza per chiedere che vengano ristabilite le regole democratiche. È necessario ed URGENTE recuperare il ruolo della buona politica, della politica non condizionata dagli interessi, della politica dei sammarinesi, gli unici che amano, vivono e continueranno a vivere nel proprio Paese.
Dobbiamo essere noi sammarinesi a decidere il nostro futuro e il futuro dei nostri figli.
I sammarinesi, possono essere di centro, di sinistra, di destra, possono discutere, litigare anche animatamente, ma alla fine, pur nelle diversità, su molte cose non possono non essere uniti: sulla difesa della nostra sovranità, sul garantire un futuro ai nostri figli e una pensione a chi ha lavorato per una vita intera.
Siamo sammarinesi e non vogliamo padroni stranieri che vengono a San Marino a fare i propri affari e che poi se ne vanno lontani a godere i frutti raccolti in un paese che non amano ed a cui non sono legati.
San Marino non si può ridurre ad una piccola terra di conquista per chi ci crede dei poveri ingenui e incapaci di reagire.
E non è vero che non c’è nulla da fare, se ci mettiamo a lavorare insieme, questo Paese può ancora risollevarsi, può ancora recuperare forza, credibilità, fiducia negli investitori; ma lo dobbiamo fare noi, noi che viviamo a San Marino e che a San Marino siamo legati.
E a nessuno di noi, passerebbe mai per la testa nemmeno la possibilità di mettere a rischio il fondo pensioni; nessuno di noi potrebbe pensare una cosa del genere proprio perché sappiamo che questa non può mai essere un’opzione, ma solo l’idea di chi non pensa a San Marino.
Le pensioni sono intoccabili e i fondi pensione devono continuare ad essere preservati, e non utilizzati per obiettivi diversi da quelli per cui sono stati creati.
BANCHE
In questi mesi si è svolto un dibattito consiliare impegnativo e articolato sul sistema bancario sammarinese dove tutta l’opposizione ha manifestato con forza al Governo tutti i dubbi, le perplessità e le anomalie rilevate nelle azioni poste in essere negli ultimi mesi. Apprendiamo con dispiacere, ma non con stupore, che le tante ore di discussione non hanno minimamente stimolato l’Esecutivo a fermarsi ed a confrontarsi sulle migliori soluzioni adottabili per il rafforzamento ed il rilancio del sistema finanziario.
Il Segretario alle Finanze Celli, in accordo con i colleghi di Governo, rimane fermo nel realizzare il percorso già anticipato – divisione di CASSA RISPARMIO con costituzione di una bad bank ed assorbimento di ASSET BANCA al suo interno, soluzione che era stata prospettata dal Governo come imminente subito dopo la ratifica dei relativi decreti legge, avvenuta circa un mese fa da parte del Consiglio Grande e Generale, ma che a tutt’oggi continua ad avere continui rinvii creando preoccupazioni fra gli operatori ed i risparmiatori.
Soluzioni che rendono inevitabile l’aumento del debito pubblico e il ricorso all’indebitamento per la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio.
Ribadiamo con forza che, a nostro avviso, esistono alternative a tale deriva.
Per 8 anni abbiamo sostenuto il percorso di trasparenza del sistema bancario con risultati apprezzati dal Fondo Monetario e dagli organismi internazionali.
Abbiamo affrontato la crisi di 3 banche – il Credito Sammarinese, la Banca Commerciale e, infine, più recentemente EuroCommercial Bank – trovando soluzioni interne al sistema e ricorrendo al credito di imposta in gran parte già recuperato senza dover ricorrere al debito pubblico.
Dopo le gravi vicende in Italia agli inizi del 2009 del Gruppo DELTA, abbiamo accompagnato la Cassa di Risparmio nel percorso di ripresa consentendo in questi anni il recupero di ingenti risorse economiche.
Oggi il nuovo CdA di CASSA – voluto formalmente da Celli e da Banca Centrale e da altri, che noi temiamo agiscano per interessi propri – ha annullato tutto il lavoro fatto in questo otto anni, svalutando pressoché tutto il Credito DELTA – con perdite enormi per CASSA, determinando un debito pubblico per la ricapitalizzazione e generando sfiducia dei correntisti – il tutto per interessi diversi, di chi ha messo gli occhi sul nostro sistema per trarre guadagni.
Per la Cassa di Risparmio esiste la possibilità di mettere a punto soluzioni maggiormente sostenibili per l’Istituto e di conseguenza per lo Stato. Abbiamo avuto modo di illustrare in più sedi come i numeri di Cassa di Risparmio e di Delta permettano un approccio differente basato sulla gestione degli NPL attraverso una società veicolo di sistema che permetta di minimizzare le perdite e distribuire le svalutazioni nell’arco di tempo necessario al recupero dei crediti.
Quella che viene definita da Celli come l’unica strada percorribile è, a nostro avviso, la sola strada che il Governo vuole percorrere e che si basa sul vizio di fondo di voler svalutare a tutti i costi e in un’unica soluzione il patrimonio della Cassa di Risparmio. Così mentre i sammarinesi affronteranno l’onere del debito, soggetti esteri lucreranno due volte sui sammarinesi: percependo gli interessi del debito e guadagnando sui crediti di Cassa con gestione della bad bank o la loro cessione per pochi spiccioli.
Proprio in questi giorni è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il bilancio di Cassa di Risparmio che ha effettuato svalutazioni enormi ed ingiustificate dei crediti DELTA che hanno portato ad un bilancio con notevoli perdite di svariati milioni, forse con l’intento di far apparire che Cassa di Risparmio fosse messa peggio di quel che si pensava. L’attuale Governo continua a dire che i bilanci precedenti non rispecchiavano la reale situazione di Cassa di Risparmio e quindi la proposta presentata rappresenta la situazione reale dell’istituto ma, in realtà, le finalità sono quelle di mettere CASSA in difficoltà, svalutando un valore economico finanziario consistente a vantaggio di chi ??? Ciò che è certo è che noi subiremo solo danni da queste sciagurate manovre.
Mentre il Governo incanta la maggioranza e i propri elettori con miraggi di “hub finanziari” e banche “pivot” il progetto dell’esecutivo che da opaco è ormai divenuto oscuro continua a prendere forma. Una forzatura dopo l’altra, senza alcuna cura per i danni che già son stati causati al sistema e ai risparmiatori.
Non passa giorno in cui non si parli o si sparli di banche. Ma le uniche cose serie e credibili non sono state fatte.
L’accordo con Banca d’Italia e la conseguente creazione della centrale rischi è indispensabile. Eppure non se ne parla.
Anzi ora dopo l’accoglimento di un nostro emendamento nella recente legge di assestamento di bilancio, viene annunciato l’avvio della centrale rischi per ottobre prossimo ma solo per uso interno.
Al contrario facciamo di tutto per togliere fiducia al sistema, con provvedimenti assurdi e immotivati. Provvedimenti fatti ad arte per indebolire il nostro sistema già sofferente. E’ solo incapacità o si tratta di un’azione volta a destabilizzare sempre più il sistema? Magari facendo saltare istituti per salvarne altri, per far sì che siano addottati decreti che possano essere vitali per istituti di cui non si parla mai, che sembrano essere i veri protagonisti delle ultime vicende politiche.
Pur riconoscendo il ruolo fondamentale di Banca Centrale, è assurdo pensare che un sistema che ha perso il 60% dei depositi, possa avere una Banca Centrale con meno dipendenti e magari con più sammarinesi?
E’ assurdo pensare ad una vera e totale collaborazione fra Banca Centrale e ABS?
E’ assurdo pensare che solo la fiducia nel nostro sistema può salvare il nostro sistema?
Ma, lo ripeto, senza l’accordo con Banca d’Italia, senza la centrale rischi che possa dialogare anche con l’esterno, senza un progetto vero di cosa vogliamo nel sistema bancario, non risolviamo i problemi del sistema, ma mettiamo il sistema al servizio di qualcuno che ha ben chiari i propri obiettivi, che non sono quelli del nostro paese.
RAPPORTO CON L’ITALIA
È giunto il momento di valutare la possibilità di ridiscutere l’accordo del 1939. Non è facile, non sarà né semplice né veloce. Ma nel frattempo possiamo muoverci per avere nuove opportunità. Nell’ultimo decennio abbiamo fatto passi da gigante per adeguarci agli standard internazionali, sulla trasparenza, lo scambio di informazioni. E abbiamo fatto bene. Oggi proprio da quelle basi e su quelle basi, dobbiamo costruire un percorso di collaborazione e ottenere nuove opportunità. Cito un esempio: in un accordo con Banca d’Italia possiamo oggi ottenere il riconoscimento di prodotti finanziari sammarinesi in Italia e quindi nella UE.
E ancora, va definita in modo chiaro la problematica dei frontalieri che è completamente cambiata negli ultimi decenni.
Purtroppo l’attuale Governo ha minato pesantemente la credibilità del nostro Paese sia in Italia che all’Estero.
Questo Paese deve recuperare la credibilità internazionale che gli spetta, per far conoscere le cose positive che questo Paese offre e può offrire.
E’ necessario che San Marino faccia valere sempre ed in ogni circostanza la sua sovranità, il suo essere Stato autonomo ed indipendente, che è poi il contrappeso alla globalizzazione: ogni Stato vale, piccolo o grande che sia, per uno; uno Stato è un voto negli organismi internazionali dove siamo presenti.
In questi anni San Marino, tramite il Consiglio Grande e Generale ed il Congresso di Stato, nonché tutte le Istituzioni, ha compiuto una vera e propria rivoluzione per superare le criticità ed approdare ad un sistema economico fondato sulla trasparenza, e molto c’è ancora da fare.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nella pubblica amministrazione va completato quanto prima il difficile ed importante processo di riorganizzazione già avviato nella scorsa legislatura, perché la Pubblica Amministrazione E’ e deve essere una risorsa al servizio dei cittadini, valorizzando tutte le professionalità e gli stessi dirigenti, fornendogli continuamente gli strumenti per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Tuttavia, è giunto il momento di cominciare a parlare di parificare i contratti del pubblico e del privato e nel limite del possibile e del rispetto dei diritti acquisiti, far sì che a parità di titoli, di mansioni e responsabilità, stipendi ed orari di lavoro siano gradualmente gli stessi per il pubblico e il privato. Il mercato del lavoro richiede sempre più competenze, professionalità e formazione continua.
SICUREZZA SOCIALE – ISS.
E’ un tema di grande rilievo quello della sicurezza sociale, che richiede un’attenta riflessione ed analisi in ordine alI’attuale sistema previdenziale ed assistenziale. Occorre procedere con concretezza rispondendo alle reali necessità dei cittadini.
I nostri servizi devono sempre più essere un’eccellenza e di alta specializzazione per portare pazienti dall’esterno e creare così anche nuove risorse.
Ad oggi sembra che sia stato abbandonato il valido percorso messo in atto negli anni scorsi, relativo alle convenzioni per corsi universitari e di specializzazione in favore dei nostri giovani, con conseguenti danni per il futuro del settore vista la continua carenza di professionalità.
SVILUPPO ECONOMICO
Abbiamo a San Marino aziende sane, importanti e di prestigio. Altre possono nascere. Ma dobbiamo consolidare lo stato di diritto, la certezza del diritto, la certezza che se un imprenditore rispetta le leggi non deve temere per il suo lavoro. La certezza che non siamo in un paese di burocrati, ma un paese dove i tempi sono celeri e i provvedimenti equi.
Dobbiamo creare le condizioni per cui investire a San Marino non solo sia possibile ma possa essere conveniente! E qui si aprirebbe un importante capitolo sull’internazionalizzazione dell’economia e dei mercati!
Dobbiamo dare più lavoro ai giovani, sostenere le famiglie in difficoltà e non far aumentare la pressione fiscale.
La gestione autoritaria del Paese da parte del Governo e della maggioranza, con chiari segni di deficit di democrazia, non ci possono che preoccupare, impongono alla Democrazia Cristiana di volgere tutto il proprio impegno alla risoluzione dei problemi del Paese prima di ogni altra valutazione politica, di schieramenti o alleanze, vista la situazione disastrosa dopo otto mesi di scelte sconsiderate.
Pertanto, su questi temi dobbiamo continuare un confronto serrato con tutte le forze politiche sia di opposizione che di maggioranza, perché abbiamo il dovere verso il Paese di impegnarci e lavorare ricercando soluzioni condivise per garantire un futuro anche alle nuove generazioni.
Dobbiamo ricercare l’indispensabile condivisione sui grandi temi che il Paese ha la necessità di affrontare con urgenza.
Una forza politica come la nostra, che ha nel suo DNA la cultura della proposta e la cultura di governo non può sottrarsi alla necessità di definire con altri il percorso per il soddisfacimento dei bisogni del Paese.
I problemi sono tanti, tra cui la crisi che sembra avvolgerci in una morsa da cui è difficile liberarsi, dobbiamo affrontarli consapevolmente tutti insieme, trovando soluzioni condivise; evitiamo di sollecitare il disfattismo, che nuoce solo all’immagine esterna del nostro Paese, evitiamo di essere ostaggi di chi pensa solo al suo tornaconto, anche a prezzo di distruggere la nostra autonomia.
San Marino è un grande Paese e tutti insieme possiamo e dobbiamo restituirgli l’onore e la credibilità che, a causa di pochi, soprattutto forensi, in questi anni si è un pò appannata.
Questa sera, forse più che Segretario politico del PDCS, mi sento un sammarinese che assieme ad altri sammarinesi, è seriamente preoccupato per il futuro del proprio Paese e sente forte il dovere di continuare ad impegnarsi e lavorare per far uscire il Paese da una situazione drammatica.
Non abbiamo la ricetta magica!
Ma da sammarinesi non vogliamo padroni che ci dicano cosa fare!
Non vogliamo mettere il futuro dei nostri figli e dei nostri pensionati nelle mani di chi nemmeno conosce San Marino e che certamente non ama come noi questo Paese stupendo.
Il nostro Partito è, e sarà sempre, al servizio dei sammarinesi, questo è il mio impegno, la mia responsabilità. Articolato ed intenso è il dibattito, il dialogo interno ma chiara è la linea del Partito definita nel Congresso svoltosi nel marzo scorso: il partito è al servizio dei cittadini e noi siamo al servizio del partito. Abbiamo una comune responsabilità, alla forza ed all’unità del partito, alla sua giusta linea di azione che sono oggi più che mai legate alle condizioni della vita democratica del Paese ed il futuro stesso di San Marino. Facciamo in modo di non dimenticarlo. Il Partito non va subordinato agli uomini. Abbiamo di fronte a noi impegni decisivi, è sostanziale l’unità del partito ed il contributo di tutti gli amici senza personalismi di parte, con l’unico obbiettivo di lavorare per il bene del Paese.
Il 9 aprile 2018 ricorrerà il 70° anniversario della fondazione del P.D.C.S., e sarà occasione privilegiata per testimoniare, nelle persone e nei fatti, come il PDCS con la propria azione politica abbia contribuito alla crescita del Paese.
Colgo l’occasione per ringraziare sentitamente tutti gli iscritti, le Sezioni e i colleghi del gruppo consiliare e i membri di Direzione. Rinnovo il mio autentico ringraziamento ai Segretari di sezione, ai Direttivi e agli iscritti delle Sezioni di Serravalle, Dogana e Falciano, ai volontari, al Comitato Promotore, al nostro Movimento Giovanile: senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile! A tutti i convenuti rivolgo l’invito di starci vicino, perché solo INSIEME possiamo costruire il bene del nostro amato Paese.

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