Savorelli se ne va, sbatte la porta e cerca di far crollare tutto

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San Marino. Che non se ne volesse andare, si era capito subito. Ma che Lorenzo Savorelli volesse fare uno sfracello, non l’aveva capito nessuno. Tuttavia le sue mosse diventano subito evidenti quando, ieri pomeriggio, comincia scrivere lettere a destra e a manca, provocando un vero e proprio terremoto. Sembra infatti che sia stato lui ad avere mandato la sintesi della relazione di BCSM all’Ansa, che ieri ha pubblicato due dispacci terribili per la politica e per l’immagine del sistema bancario, dipingendo uno scontro senza pari tra governo e Banca Centrale. Tanto che oggi i giornali italiani riempiono molte pagine raccontando la disastrata situazione che sta vivendo la Repubblica.

Sembra che sia stato lui, Savorelli, a chiedere le dimissioni immediate del presidente del Cda di Carisp Nicola Romito e quelle del direttore Luca Simoni; mentre chiede la sospensiva per Marcello Forcellini, membro designato dalla SUMS, perché ritenuto privo dei requisiti di professionalità necessari – Forcellini è laureato alla Bocconi – per stare in Consiglio d’amministrazione. In questo contesto, ieri pomeriggio è arrivata la lettera di dimissioni, irrevocabili, di Giuliana Cartanese, sempre del Cda di Cassa, che tutti danno in quota Savorelli.

E siccome Savorelli è potente, anche Grais non partecipa al Consiglio Direttivo che deve formalizzare le dimissioni chieste dal CCR. Una maniera signorile per lavarsene le mani.

Ma Savorelli può fare anche di peggio, essendo il presidente del Coordinamento di Vigilanza di Banca Centrale. E allora, il governo emette seduta stante un decreto che, temporaneamente, porta in seno al CCR quella funzione, affinché ogni decisioni passi per quell’organismo.

È un terremoto senza pari, che deve fare i conti con i conti sempre più in rosso dello Stato e delle banche, perché il fiume di soldi che va fuori confine si ingrossa ogni giorno di più, e con le difficoltà del governo a reperire risorse interne. Oggi pomeriggio, infatti, il governo ha invitato le forze politiche per un confronto sulle problematiche sollevate in seno al Consiglio per la previdenza. Ci saranno aggiornamenti.

Quello che dicono di noi i giornali italiani: Il Sole 24 Ore, nell’inserto Finanza & Mercati, parla di deflagrazione “dell’insofferenza da parte della politica” iniziata tempo prima, ossia da quando il piano di messa in sicurezza del sistema creditizio aveva raggiunto Cassa di Risparmio. Un’escalation, quindi. Secondo il quotidiano economico, che riprende le note diffuse ieri dall’Ansa, la decisione del CCR è indirizzata al Dg di Bcsm ma nel mirino c’è in generale la linea assunta nella gestione della crisi del settore da Banca Centrale e dal presidente Grais. Dalle colonne del Sole 24 Ore pare però chiaro che l’addio di Savorelli possa lasciare strascichi. Banca Centrale, nelle stesse ore in cui si trattava della rimozione del Direttore Generale, avrebbe infatti inviato al Comitato del Credito e Risparmio una relazione in cui viene stigmatizzato il modus operandi del managment Carisp; questa avrebbe ostacolato il lavoro dell’istituto di Via del Voltone con “dati parziali” e “risposte fornite in ritardo”, cause “dell’attuale collasso”.
Lettera 43 parla invece di inabissamento del Segretario Simone Celli, reo, secondo il sito d’informazione, di aver abbandonato la linea, fino a ieri sostenuta, di Banca Centrale. Senza mezzi termini parla di doppio gioco della maggioranza, risucchiata nel groviglio degli interessi che sinora hanno impedito il risanamento.
Anche l’inserto “Economia” del Corriere della Sera dedica un trafiletto al dito medio di Savorelli. Un gesto che gli è costato il posto da Direttore di Bcsm. Dietro però, secondo il redattore Fabrizio Massaro, s’intravede “lo scontro sul salvataggio di Carisp. Travolta da oltre mezzo miliardo di perdite, emerse anche grazie alla Banca Centrale”.
“Gestaccio fatale” e “scontro al calor bianco” sono invece gli incipit rispettivamente degli articoli di MilanoFinanza e Il Messaggero. L’epilogo di Savorelli – scrivono – si è consumato in poche ore, ma la battaglia per riportare equilibrio nelle finanze del Titano, soprattutto in quelle devastate della locale Cassa di Risparmio, dura da molti mesi.

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