Tempesta in BCSM: salta anche Grais. E la bufera arriva in Consiglio

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San Marino. La tempesta che si è addensata su BCSM, si è estesa anche a Palazzo, durante i lavori del Consiglio Grande e Generale. Le notizie si rincorrono convulse per tutta la giornata. Ma andiamo per ordine. In mattinata c’è la nomina del nuovo direttore generale, Raffaele Capuano, direttamente proveniente dal MEF. Sembra un punto a favore del governo, ma subito si dimettono altri tre membri del Consiglio Direttivo: Antonio Kaulard, Aldo Simoncini e Silvia Cecchetti. È dimissionario anche Fabio Zanotti, appena eletto Presidente di Cassa di Risparmio.

Wafik Grais, che forse non ha gradito la candidatura di Capuano, o ha altri motivi, si trova isolato e subito chiede di incontrare il Segretario Celli. Corre immediata la voce che voglia rimettere il suo mandato. Sembra di essere in mezzo a una frana che sta travolgendo tutto, senza fermarsi mai.

Occorre dunque formalizzare quanto prima la nomina del nuovo dg, che ha bisogno del consenso consiliare. Si provvede quindi a sospendere i lavori del pomeriggio per una convocazione urgente dell’Ufficio di Presidenza e vedere se si può trovare la quadra per una modifica dell’ordine del giorno.

L’intenzione è di riaprire il comma 1 e consentire l’immediato riferimento del Segretario di Stato Celli su BCSM; di seguito inserire un comma 10 bis, dopo la legge di sviluppo, per permettere all’Aula di esprimersi sul gradimento del neo direttore generale e su eventuali nomine da farsi del Consiglio direttivo di via del Voltone. Vengono indicate anche le modalità del dibattito: 20 minuti per il Segretario Celli e 20 minuti per ciascun gruppo, senza repliche. Sul 10 bis, il minutaggio viene invece deciso in maniera proporzionale all’entità dei gruppi. Anche qui senza replica. Quattro ore in totale, per sistemare l’ingarbugliata matassa. Prese queste decisioni, l’Ufficio di Presidenza viene sciolto. Si torna n Aula.

Per cambiare l’ordine del giorno ci vuole un consenso unanime del Consiglio. Quindi, la votazione avviene durante la ripresa serale dei lavori, verso le 10, 30, ma l’unanimità non c’è. Salta tutto, anche la diretta radio. Che più tardi riprende con la prosecuzione del dibattito sulle istanze d’arengo.

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