Consiglio, si vota l’articolato della legge sviluppo

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San Marino. La legge sullo sviluppo continua ad accendere il Consiglio, alle prese con una legge strenuamente difesa dalla maggioranza, ma con tanti chiari-oscuri su cui le opposizioni non lesinano critiche e proposte alternative. Si discute per tutto il pomeriggio di ieri, fino a notte inoltrata, e si riprende stamane alle 9.

In particolare, dalle file della maggioranza si sottolineano i contenuti e le novità importanti introdotte dal provvedimento: “Finalmente tutti i lavoratori, sammarinesi e frontalieri, sono messi sullo stesso piano” è il leit motiv. Il segretario di Stato per l’Industria e il Lavoro, Andrea Zafferani, nella sua replica, risponde punto per punto alle critiche e infine incalza: “Vogliamo o no un sistema fiscale competitivo, dare all’impresa la scelta di assumere chi vuole, fare vivere qui chi investe?”. Questi, puntualizza, “non sono concetti né di destra, né di sinistra, ma di buon senso”.

Dall’opposizione dito puntato sul metodo e sui contenuti che, malgrado gli interventi intercorsi tra prima e seconda lettura, continuano a non soddisfare anche categorie e sindacati. Per Dalibor Riccardi, Psd, il Pdl “è scritto da chi non ha nulla a che fare con mondo del lavoro, chi non comprende esigenze di professionisti ed aziende”. Non solo: “Non soddisfa nemmeno i lavoratori perché il doppio binario andrà solo ad aggravare le condizioni dei sammarinesi”. Gian Carlo Venturini, Pdcs spiega l’insoddisfazione del suo partito: delle proposte contenute nel progetto di legge sullo stesso tema presentato dal suo gruppo “il governo ha recepito ben poca cosa, confermando così la precisa volontà di chiusura, il cui risultato è sotto gli occhi di tutti: un Pdl che non piace a nessuno”.  “Non ci sto a venire in Aula- sbotta Marianna Bucci di Rete- a sentirvi parlare della volontà di intervenire sulle disuguaglianze, ma poi vedervi portare modelli neoliberisti, che invece accentuano disuguaglianze”. Pollice verso anche per Alessandro Mancini, Ps, che definisce il progetto di legge “un fallimento dal punto politico poiché, dopo decine di incontri, le parti non hanno trovato alcun tipo di incastro e per la prima volta una legge in materia di lavoro viene criticata sia da sindacati sia dalle categorie”.

“Se i lavoratori, sammarinesi e frontalieri, sono messi sullo stesso piano- evidenzia Giuseppe Maria Morganti, Ssd- significa essere di sinistra? Non lo so, ma significa essere democratici con lavoratori che non sono più di serie A e di serie B”. Il capogruppo di Ssd ci tiene poi a spiegare perché, nel corso del confronto sul provvedimento, i rappresentanti di Anis si siano alzati dal tavolo: “Ci siamo opposti- chiarisce- alla proposta dell’associazione di introdurre il lavoro interinale in questa legge”. Matteo Ciacci, C10, sottolinea l’importante lavoro compiuto dalla Segreteria di Stato presieduta da Andrea Zafferani nel redigere il testo, dimostrando “capacità di sintesi” delle proposte pervenute tra prima e seconda lettura. “L’assunto messo in campo- assicura- è stato quello di confrontarsi con tutti, ma ad un certo punto si è compiuto delle scelte”. Anche Roberto Giorgetti, Rf, difende il metodo e l’operato del Segretario: “Tutto si può dire- puntualizza- salvo che il Pdl sia stato calato dall’alto”. Le critiche quindi sono motivate perché dopo il confronto avuto in Commissione, si sono innestate “inevitabilmente le dinamiche politiche”.

 

 

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