“Avanti un Altro. C’è posto!”

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San Marino. Da qualche lustro a questa parte sembra che le porte di Banca Centrale siano girevoli. I presidenti e i direttori entrano ed escono con una facilità impressionante.

Quando arrivano vengono sempre presentati come le persone giuste, sicuramente più giuste di “quelli che c’erano prima”, e certamente ideali per rilanciare l’azione della Banca Centrale della Repubblica di San Marino.

Vengono messi a capo di una struttura con un centinaio di dipendenti che, si dice, costino parecchi Milioni di Euro all’anno e devono occuparsi di vigilare e controllare le poche banche rimaste che si contano ormai sulle dita di una mano. Il deficit che emerge dagli ultimi due bilanci oscilla fra i due e i tre Milioni di Euro.

Naturalmente per i primi tempi c’è una grande sintonia fra Governo e vertici di Banca Centrale. Guai a chi osa criticarli o solo avanzare dubbi o perplessità. Vogliamo scherzare?  Questi ci apriranno la strada con la Banca d’Italia e poi c’è l’internazionalizzazione della piazza finanziaria. Bisogna lasciarli lavorare in pace, in piena autonomia, anche se poi è sempre pantalone che paga! E via di questo passo.

In ossequio ad un male interpretato concetto di autonomia gli si lascia fare di tutto. Si ricorderà, ad esempio, la famosa intervista televisiva di un Presidente di Banca Centrale che annunciava l’inutilità della sottoscrizione del Memorandum con Banca d’Italia senza che il Governo di turno battesse un solo ciglio. Per non parlare delle gesta colorite dello “sceriffo” di via del Voltone, per arrivare ai nostri giorni.

Poi, dopo tutti quei sorrisi, strette di mano, foto da prima pagina e tanta complicità, i vertici di Banca Centrale vengono silurati in modo più o meno elegante. I membri del Governo prendono le distanze, alcuni fingono di non conoscerli neanche, il tutto nell’illusoria speranza che si dimentichi presto quanto si erano amati.

E poi, avanti un altro. C’è posto! Il prossimo candidato è già pronto. Di sicuro si dirà che si tratta finalmente della persona giusta per stabilizzare i rapporti con l’Italia, con Banca d’Italia e con il mondo intero, e noi ce lo auguriamo sinceramente. Ma per il momento passano i presidenti, passano i direttori generali, arrivano i nuovi e tutto è fermo a tanto tempo fa.

Augusto Casali

 

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