Debito pubblico: arrivano i soldi del FMI?

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San Marino. La recente visita del FMI per l’aggiornamento semestrale irrompe in aula consigliare attraverso alcuni interventi: quello di Marina Lazzarini, che annuncia il prestito di 120 milioni e quello di alcuni membri di opposizione che chiedono chiarimenti in merito. Anche perché di fronte alla voragine creata nel settore bancario, sono una goccia nel mare. Dove si prendono quelli che mancano? Quando riferirà il governo su questo nuovo aspetto, ovvero la possibilità di finanziamento estero? E a quali condizioni?

Per il resto, il comma 2 di questa seduta straordinaria, dedicato al gradimento del nuovo direttore generale Raffaele Capuano e alla nomina dei membri del Consiglio Direttivo di Banca Centrale, scorre praticamente con il consueto schema della totale incomunicabilità tra i due fronti opposti.

Fatta eccezione, forse, per la posizione del capogruppo SSD Morganti, che difende Grais e smentisce Celli. “Prendiamo esempio dal suo equilibrio –  dice Morganti –  nonostante il dolore con cui si vede costretto ad abbandonare il progetto di rendere credibili il nostro sistema finanziario, continua ad assisterci fino agli annual meeting per comunicare agli interlocutori internazionali quella parte di credibilità che ancora ci rimane da spendere”. Morganti definisce Grais “garante del percorso di trasparenza” e anticipa che i poteri contrari, quelli che si sono ribellati quando hanno capito che Banca Centrale faceva sul serio, tirano ora un sospiro di sollievo. Proprio questo, continua Morganti, è il motivo della fortissima diversità di vedute emersa nell’ultimo semestre del precedente esecutivo e una delle ragioni della vittoria della coalizione oggi al governo. Il rischio, conclude, è che avendo messo a nudo le criticità del sistema e non avendo una soluzione chiara se non la speranza che qualcuno venga in nostro aiuto, saremo costretti a chiedere aiuto internazionale e allora potremmo essere oggettivamente commissariati.

Una diversità di vedute che viene sottolineata più volte dall’opposizione. La quale, dal canto suo rileva l’anormalità di procedure che non sono contemplate da nessuna parte. La logica vorrebbe che si sostituisca il presidente e poi si arrivi alla nomina del direttore, visto che è nominato dal presidente e dalla direzione di Bcsm. Qui avviene il contrario e non è dato sapere chi abbia suggerito la nomina. Tutto fa pensare a un suggerimento esterno. Non si trovano ragioni per la fretta con cui sono state portate avanti le cose negli ultimi mesi: il commissariamento di Asset, il bilancio di Carisp, le dimissioni nei Cda, i licenziamenti, i decreti fatti di notte, le sostituzioni improvvise.  Un vortice di forzature che ha portato il sistema bancario al collasso. E poi, l’ultima preoccupazione, in ordine di tempo: in quali rapporti lavorativi è rimasto Capuano con il MEF, da cui proviene? Se ci trovassimo di fronte a un eventuale distacco o aspettativa, obietta l’opposizione, sarebbe un vero e proprio commissariamento di Bcsm  da parte del Mef e Bankitalia.

La maggioranza e il governo non rispondono. Dicono che non è normale tutto quello che è successo prima, con il precedente governo, quando un sistema bancario è stato lasciato andare alla deriva senza intervenire per fermarlo. Si spiega in aula che il direttivo di Bcsm ha nominato Capuano senza forzature, rispettando lo statuto e, per la prima volta, c’è stato un incontro di Capuano con tutti i capogruppo, dopo il quale tutti usciti tutti soddisfatti. Il ruolo del neo direttore sarà impegnativo per riportare la fiducia nel sistema e per traghettarlo alla piena adesione alle migliori practices internazionali, per individuare piani di ricapitalizzazione dove siano necessari, giungere a una collaborazione fattiva tra Bcsm, governo e soggetti vigilati. L’Aqr è terminata i risultati non sono certo in mano ai partiti. Sarà necessario un confronto sulla riorganizzazione di Bcsm per la ristrutturazione dei servizi e le funzioni dei suoi organi, sarà necessaria una rivisitazione profonda della vigilanza e un confronto anche sull’individuazione del nuovo presidente. Quindi, si procede con la road map che il governo ha indicato.

Nella giornata di domani, mercoledì 27, la votazione su Capuano e sui nuovi membri del direttivo di Banca Centrale. Sui quali, al momento, non è ancora trapelato nulla.

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