Nicola Ciavatta: “Il PSD si candida alla guida per la progettazione del futuro”

0
52

San Marino. Viviamo in un momento storico in cui ognuno di noi deve fermarsi a riflettere, e riaffermare con forza i valori in cui si identifica e che sostiene. Valori che nel mio caso sono propri del riformismo democratico, ma che devono essere calati nel contesto attuale, tenendo in considerazione i mutamenti che sempre più rapidi la società oggi vive.

La nostra azione deve essere ispirata all’intento ultimo, nobile, nei limiti delle nostre capacità soggettive, di contribuire a fornire risposte ai nuovi bisogni che stanno emergendo.

Il Psd si candida ad essere guida per poter pensare e riprogettare il futuro del Paese. Una forza attorno alla quale raccogliere tutte le tradizioni culturali e politiche riformiste del Paese, per mobilitare quei valori che sono vivi nella popolazione e rimettere il Paese in cammino. L’alternanza delle coalizioni non è di per sé una garanzia di crescita, occorre una forte condivisione dei valori che le muovono, serve ridefinire i rapporti di forza che consentano di realizzare obiettivi.

È necessario collocare con decisione San Marino nel contesto internazionale anche dal punto di vista economico e tener conto degli inediti scenari che la globalizzazione ci riserva, con particolare attenzione all’Europa, vista la scelta europeista che il nostro Paese ha da tempo compiuto e l’impegno assunto per l’adesione allo spazio economico europeo.

La necessità di rivedere in larga parte l’assesto istituzionale delle strutture governative, quelle sociali e dell’economia di San Marino. In alcuni casi tali organismi non sono più in grado di rispondere alle nuove sfide che la globalizzazione ci pone nel nostro prossimo futuro. L’impegno del Psd per rinnovare le istituzioni è vivo e sincero, e diverrà sempre più chiaro.

La politica di questa maggioranza continuerà ad essere oggetto di analisi e riflessioni da parte nostra, poiché si è finora dimostrata poco incline al confronto che dia vita ad una sintesi comune, non solo con le forze politiche di opposizione, ma anche con le Parti Sociali del Paese.

Quella volontà non si è concretizzata sui grandi temi che bloccano lo sviluppo economico ed istituzionale del Paese, questo impedisce di assumere le decisioni necessarie al suo sviluppo. Uno stato di cose che ha creato e crea un vuoto politico molto pericoloso, e ha dato spazio a demagogia con tendenze populiste che sono un sintomo del male più profondo rappresentato dalla “crisi della democrazia rappresentativa” la quale si dimostra incapace di risolvere i problemi della gente.

Se un tempo si identificava questo sentimento come malattia infantile del meccanismo democratico nascente, una sorta di rivolta degli esclusi, oggi il populismo testimonia invece la patologia senile di una democrazia indebolita e inaridita da processi oligarchici, e diventa dimostrazione di una rivolta di coloro i quali sarebbero teoricamente inclusi, ma che in realtà avvertono la miseria di questa inclusione di carta pesta.

Serve rispetto per tutte le forze politiche in campo, parlare di populismo alla leggera è troppo facile, troppo semplice, non più ammissibile. Condannarlo senza confrontarsi con chi vive questo sentimento diventa addirittura pericoloso.

In questo contesto non possono più rimanere senza risposta le domande poste dai giovani, i quali non hanno fiducia nel futuro e temono un destino di precarietà e insicurezza permanenti. Occorre dare voce a chi domanda la valorizzazione del merito, delle capacità e delle energie che è ormai una esigenza ineludibile.

Un plauso in quest’ambito va riconosciuto agli Ecc.mi Capitani Reggenti, che hanno voluto ricordare le giovani generazioni nel saluto in occasione del loro insediamento, a Loro va il mio personale augurio per adempiere all’alto incarico al quale sono stati chiamati, certo della volontà e dell’impegno che espliciteranno e garantiranno.

È necessario abbattere tutti gli ostacoli che derivano dalla burocrazia e da una società economicamente ancora troppo chiusa, soffocata spesso dai corporativismi e dalla difesa delle rendite di posizione.

Una società quella attuale, calata in un mondo globalizzato e tecnologico, dove è cresciuta l’interdipendenza fra impresa e lavoro. Ci troviamo all’alba di una nuova stagione dove è imprescindibile trovare nuove forme efficaci di condivisione, sia nell’impresa sia fra le parti sociali e le Istituzioni, con l’affermazione di nuove forme di democrazia sul piano economico, anche con la partecipazione dei lavoratori nell’impresa.

Un ruolo decisivo è riservato alle imprese ed ai nuovi investitori che serve attrarre, affinché possano vincere la sfida della competitività e rimettere il Paese sulla via della crescita. Le imprese sono chiamate ad essere innovative, ad agire con prospettive di lungo periodo, puntando sulla qualità; sono tenute ad essere responsabili, sia nei confronti dei dipendenti, garantendo loro salari adeguati e sicurezza, sia nei confronti del contesto ambientale e sociale in cui operano.

Penso al welfare, che va preservato, ma anche riformato. Il suo ruolo non può più essere quello passivo di mera assicurazione contro il rischio, e di ammortizzatore sociale. Serve una maggiore attenzione al sostegno della famiglia, al part-time consentito senza discriminazioni. Non serve solo tutelare il livello attuale dello Stato Sociale, va esteso, e questo sarà possibile solo se l’economia torna in tempi bervi a crescere.

I valori e gli obbiettivi del Psd che sono stati qui indicati sono ovviamente solo una parte degli aspetti da portare all’attenzione del Paese, e che dovranno far parte del nostro Manifesto dei Valori. Un confronto che non sarà solo interno in occasione dell’Assemblea Congressuale, ma che porteremo all’attenzione dei cittadini.

Siamo convinti che è nostro dovere offrire una prospettiva al nostro Paese, fiduciosi del fatto che i sammarinesi sapranno comprenderci e darci fiducia.

Nicola Ciavatta, Segretario politico Psd

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here