Professor Vento: rilanciare le banche, si può fare

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San Marino. Finalmente un taglio concreto, analitico, propositivo, con le soluzioni fattibili e consigliabili per un piccolo sistema bancario in crisi, come quello sammarinese. Il professor Gianfranco Vento, membro del Cda di Cassa di Risparmio, nominato da DIM per conto di tutta l’opposizione, è indubbiamente un esperto, con un curriculum che lo vede impegnato nelle banche centrali di molti Paesi, dall’Inghilterra a Malta, nella Banca Mondiale, nella docenza universitaria. Un tecnico, che sa perfettamente di essere legato a vincoli di riservatezza sui dati sensibili della Cassa e dell’intero sistema sammarinese. Per questo alla serata pubblica organizzata da Rete e Movimento Democratico, giovedì, a Palazzo Graziani, non si limita solo all’analisi, ma si esprime sui possibili progetti di rilancio. Tutto quello che si può fare. O meglio, che si dovrebbe fare.

“Il modello di una banca universale – spiega – cioè di quella che fa tutto, va scomparendo. Ci vogliono specializzazioni, visioni, fede e impegno verso i settori emergenti. Siamo di fronte ad un’evoluzione continua”. Cita il settore del Fintech, come uno di quelli emergenti, che San Marino potrebbe praticare. È un delitto licenziare i dipendenti (il pensiero va ai dipendenti Asset e al piano strategico di Romito che prevede chiusura di agenzie a licenziamenti). Il costo della disoccupazione ricade comunque sullo Stato. Queste persone vanno formate e aggiornate nel contesto di un progetto bancario basato appunto sull’innovazione e sui nuovi servizi tecnologici. San Marino è una realtà che vede 600 dipendenti impiegati nel settore bancario: occorre un progetto mirato.

Anche gli NPL possono esser gestiti in maniera diversa: è una partita importantissima. “Sono stupito dall’enorme mole degli NPL, ma non è un processo ineluttabile. Si poteva fare qualcosa in più.” Poi, alla domanda sulla ventilata idea di creare una bad bank, risponde: “La soluzione della crisi bancaria passa attraverso la divisione degli asset buoni da quelli cattivi. Su Cassa non c’è nessuna decisione.”

L’altro filone fondamentale è il rapporto con Bankitalia: “Da parte italiana, non c’è preclusione. C’è la consapevolezza che il sistema sammarinese debba poter sopravvivere anche offrendo servizi fuori confine.”

Parole come miele, dopo anni di un nulla di fatto sul famoso memorandum d’intesa. Ovviamente non si può fare a meno di una Centrale Rischi. Il professor Gianfranco Vento si dice stupito che ancora non ci sia.

Un accenno sulla governance delle banche e del sistema. Fa capire che uno dei problemi attuali è anche lì. “L’ottimo sarebbe – suggerisce – che ciascuno faccia il suo ruolo.”

Infine le regole. Che ci vogliono, chiaramente. Ma se si prende una regola qui e una là, perdono tutta la loro efficacia.

La sala è strapiena. La gente, nonostante l’amaro in bocca per tutto quello che sta succedendo, apprezza molto l’approccio voluto per questa serata, dove si è parlato di problemi, ma soprattutto delle soluzioni possibili e praticabili. Se si imbocca questa strada, San Marino ce la può fare.

 

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