Governo – Capuano: diversità di vedute sul rapporto con FMI

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San Marino. È stata una giornata difficile, ieri, in Consiglio Grande e Generale, sia per l’argomento affrontato (l’ennesimo dibattito su banche, dimissioni, debiti), sia per la quantità degli interventi e delle successive repliche. Che si sono succedute fino a notte inoltrata. Erano 57 gli iscritti ad intervenire.

Ad aprire i lavori di ieri pomeriggio,  il riferimento del Segretario di Stato per le Finanze Simone Celli che, da un lato entra nei dettagli dei contenuti della missiva, d’altra parte punta il dito duramente contro l’istituto di Banca Centrale, esortando a procedere a un intervento di riforma della struttura. Celli ha chiarito quindi come sono nate le osservazioni più “politiche” espresse da Capuano sul governo. “Durante gli Annual Meetings del Fondo Monetario – ha spiegato – il dott. Capuano ha maturato la convinzione che l’unica strada percorribile per la Repubblica di San Marino fosse il ricorso a un programma di assistenza finanziaria e tecnica del Fondo Monetario”. A tale riguardo, il governo “pur non escludendo affatto questa ipotesi – ha proseguito – ha ritenuto di dover compiere maggiori approfondimenti, in particolar modo da un punto di vista politico”. Questo “prender tempo – ha continuato Celli- probabilmente è stato interpretato dal dott. Capuano come segno di incertezza”. Quindi il responsabile delle Finanze è passato ad esprimere “fortissima preoccupazione” per la situazione interna di Banca Centrale. “È inaccettabile- ha accusato- che ogni impegno, ogni capacità, ogni professionalità, anche la più spiccata, ha finito per essere, prima ostacolata, poi affossata dai meccanismi di autodifesa di Banca Centrale” In definitiva, via del Voltone “non va chiusa- ha esortato – ma sicuramente va ripensata dalle sue fondamenta”. A tale proposito ha sottolineato che occorrono misure urgenti, possibilmente condivise da tutto il Consiglio perché “il problema che stiamo affrontando non è un problema di governo ma di sistema”.

Le spiegazioni del Segretario di Stato non hanno convinto l’opposizione: Iro Belluzzi, Psd, ha sostenuto che “la prima cosa da fare sarebbe chiedere le dimissioni di Celli, visto che non abbiamo più una governance a Banca centrale”. Il consigliere ha quindi rigettato “l’attacco e il voler dare tutte le responsabilità a Bcsm”. Per Davide Forcellini, Rete, le parole del Segretario “hanno l’obiettivo di fondo di spostare l’attenzione su ciò che già il Paese conosce – ha spiegato riferendosi alle criticità dell’istituto di vigilanza – ma non ha portato per esempio spiegazioni su come ripensare Banca centrale”. Alessandro Mancini, Ps, evidenzia le responsabilità politiche, del governo, sulle dimissioni di Capuano. “Leggendo quella lettera – ha proseguito – ci dice che si è sentito solo, non supportato dalla politica e dal governo, inutile girarci attorno”. Ha parlato di “azione di depistaggio” anche Pasquale Valentini, Pdcs, riferendosi all’intervento di Celli e alle posizioni della maggioranza. In particolare, ha spiegato che la motivazione della perquisizione sia stata fatta “a tutti costi gonfiare facendola diventare oggetto di esposto. Ma forse,vogliamo solo spostare il problema”.

I consiglieri di maggioranza hanno confermato le osservazioni introduttive di Celli. Stefano Palmieri, Rf, ha sottolineato come pesino le motivazioni economiche addotte da Capuano e come sia necessario aprire un confronto sulle limitazioni previste dalla legge. “Dobbiamo pensare quali professionalità vogliamo prendere da fuori, come per i medici- ha detto – e dobbiamo essere disponibili a pagarli adeguatamente, se no, c’è mercato da un’altra parte e su questo dovremo confrontarci in maniera seria”. Michele Muratori, Ssd, ha rilevato la gravità della perquisizione subita dal Dg. “Le accuse che adombra Capuano meritano una profonda riflessione – ha osservato – non è ammissibile che un dirigente del ministero del Tesoro se ne vada sbattendo la porta”. Di qui la necessità di indagare a 360 gradi. Luca Boschi, C10, dal canto suo, ha fatto notare che “c’è una quarta motivazione non scritta su carta. Ovvero, non riusciamo a tenerci un direttore di Bcsm: o tutti sono pazzi o incompetenti, oppure c’è un problema all’interno di Bcsm stessa”. Ha concordato quindi sulla necessità di un intervento: “Dobbiamo pensare tutti insieme a un nuovo modello di organismo di vigilanza”.

In seduta notturna sono stati infine presentati tre ordini del giorno, il primo dalla Dc, il secondo da Rete per conto anche di Md-Si e Psd e infine da C10 per conto della maggioranza. L’esito della votazione ha visto approvare l’Odg della maggioranza con 31 voti a favore e 20 contrari, entrambi respinti gli altri due. Maggioranza super compatta, addirittura ilare, come hanno fatto più volte notare alcuni consiglieri durante gli interventi.

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