Adesso.sm: faremo chiarezza nel Consiglio Giudiziario Plenario

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San Marino. Tutti i consiglieri di Adesso.sm schierati in conferenza stampa. È la riposta all’opposizione, anche nell’immagine. Un messaggio chiaro: muro contro muro, senza cedere di un millimetro. Immediato il riferimento al comunicato dei 25, all’accusa di “colpo di Stato” che arriva dal neo presidente della Commissione Affari di Giustizia, Mimma Zavoli: “Lavoriamo alacremente, pur in situazioni difficili. Sempre ligi alle regole. Abbiamo sempre appoggiato il lavoro della magistratura, senza alcuna ombra. Se qualcuno pensa di trascinare questa maggioranza in situazioni assurde, sbaglia. Noi siamo dalla parte della legge. La verità è che qualcuno non ha più potere e non riesce più a muoversi nelle pieghe oscure. Oggi, la storia è cambiata.”

In pratica, non c’è nessuna traccia di sovvertimento istituzionale, anzi, i confini sono aperti e gli organismi tutti al lavoro, nessuna pressione sul tribunale, piuttosto, totale supporto, e l’imperativo della maggioranza è non nascondere nulla.

Rincara la dose il commissario Eva Guidi che denuncia un’escalation preoccupante e un clima pesante, tra diffide, esposti, denunce. Precisa: “I verbali delle sedute non sono stati cancellati, anzi la registrazione integrale è da oggi depositata e disponibile. Ci muoviamo nel solco della legge, non ci preoccupa un eventuale appello agli organismi di giustizia internazionale”
Per il commissario Luca Santolini “il comunicato delle opposizioni è di una gravità assoluta anche perché procura allarme nella popolazione. Sono convinto che almeno 21 dei 25 presunti firmatari non sappia assolutamente di che cosa stia parlando”. Roberto Giorgetti, invece, ripercorre i fatti più recenti in seno alla Commissione Giustizia: è il 30 ottobre quando in audizione il Magistrato Dirigente porta in commissione “elementi gravi che prefigurano conflitti tra politica e magistratura, come anche all’interno dello stesso tribunale”. Una nuova audizione, quella del 22 novembre, ci sono “nuovi elementi di preoccupazione che vanno nella stessa direzione e tutta l’intenzione dichiarata di fare chiarezza in Consiglio Giudiziario Plenario”. Dietro a questi fatti, a sorpresa, arrivano in aula le dimissioni del commissario Ciavatta, poi del presidente Ugolini, che ha di fatto bloccato ogni possibilità di nuovo confronto, rifiutando di convocare nuovamente la commissione e venendo così meno al proprio mandato. Da lì la convocazione di un nuovo Consiglio Grande e Generale per riattivare le funzioni della commissione e l’ordine del giorno per la convocazione della seduta di lunedì mattina, con la nomina del Presidente. Per il resto, si è lavorato in attesa che la commissione si ricostituisca.

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