“Da grande voglio fare le fatture” il libro sulla storia sammarinese degli ultimi decenni

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SanMarinoNews ha pubblicato una bella recensione, a firma del giornalista Franco Cavalli, sul lavoro edito la scorso estate dalla nostra collaboratrice Angela Venturini. Un libro che continua ad avere una sua importante attualità. Di seguito, l’articolo di Cavalli.

“Un contributo alla storia recente di San Marino”. Con queste parole, nella presentazione, la giornalista Angela Venturini, con un passato anche da parlamentare sammarinese, spiega in sintesi l’intento del libro “Da grande voglio fare le fatture”, pubblicato nei mesi scorsi e disponibile anche come e-book sui principali portali, Amazon compresa.

Di cosa parla? Degli ultimi decenni della storia politica e anche giudiziaria, sammarinese. Un libro senza “omissis” dove si leggono i nomi dei principali personaggi della storia recente.

Da Gatti a Stolfi, da Podeschi a Roberti, passando per Bruscoli, Mularoni, Galassi, Andreoli, Grandoni. Non mancano accenni agli ex vertici di Banca Centrale, arrivando pure all’ex vescovo di San Marino, mons. Luigi Negri che raccontò in un incontro – si legge nel libro – l’ammontare, delle disponibilità economiche di un noto politico. Citati inoltre quasi tutti i politici degli ultimi anni finiti poi per essere coinvolti nel “Conto Mazzini” e non.

L’analisi generale parte intorno agli anni ’70, dal boom economico, per finire ai giorni nostri.

Vengono riportati passaggi delle ordinanze di arresto, ma anche articoli di giornale.

Centrale, nel libro, il racconto che viene svolto da Giuseppe Roberti, partendo dal suo arrivo a San Marino, l’ascesa, gli accordi per far cadere e formare governi, il finanziamento alla DC e fino alla condanna subita con la sentenza per il “Conto Mazzini”.

Altro personaggio che parla di sè, nel libro, Emilio Della Balda.

Si va dagli scandali dei “lotti di Valdragone”, al “costo” del voto estero quando “agli inizi degli anni Novanta” fu scoperta (nel libro viene fatto anche il nome del politico socialista che li scoprì n.d.r.) “una nutrita comunità argentina che aveva lontane origini sammarinesi. Era un bacino vergine, pieno di centinaia e centinaia di voti, ma tutta gente assai povera, che mai si sarebbe potuta permettere un viaggio nella lontana e spesso dimenticata Madre Patria”. Continua poi quel passaggio: “Le elezioni del 1992 videro per la prima volta file lunghissime di argentini, con passaporto straniero ma con cittadinanza sammarinese, pronti ad entrare nei seggi”.

Affrontando quel tema, Angela Venturini scrive: “Naturalmente ogni partito aveva i suoi seguaci e la sua zona: la Democrazia Cristiana ha sempre avuto gli USA, i socialisti gli argentini, gli ex comunisti la Francia e il Belgio. Anche l’Italia era divisa in zone di pertinenza partitica, equamente spartite“.

Quella che potrebbe essere definita una “compravendita” del voto, e finite più volte sulle cronache giornalistiche, nei dibattiti politici e nelle denunce in tribunale, non riguardava solo il voto estero però. Si legge infatti in un passaggio successivo del libro: “Non è che il voto di scambio non esistesse all’interno, tutt’altro. Ma si esprimeva in mille altri modi: la vendita di licenze e di società; il cambio di destinazione d’uso di terreni, che da agricoli diventavano industriali con un tratto di penna, o semplicemente edificabili; agevolazioni fiscali e occupazioni calibrate per alcune aziende in particolare. Queste pratiche erano gettito garantito per tutta una serie di personaggi. E ovviamente, consenso. Poi c’erano i posti di lavoro nella PA, nelle banche, nelle finanziarie che crescevano come funghi”.

Un libro acquistabile on line a meno di cinque euro che si legge velocemente e che racconta, senza omissis e con pochissimi condizionali, quello che è successo negli ultimi anni attraverso testimonianze dirette e racconti, perché, come scrive l’autrice “quando una notizia la sanno tutti, secondo noi merita di essere raccontata”.

Una curiosità, la scelta del titolo? Viene spiegata subito nella prima pagina del libro: “Tutti o quasi potevano fatturare a piacere. E c’era qualcuno, anche tra semplici cittadini, che ne approfittava a piene mani. Politica compiacente. Ovviamente. Tanto che non si potevano non notare certe ricchezze improvvise e inspiegabili, famiglie che potevano permettersi una vita da nababbi, e che venivano guardate con sincera invidia. Famiglie che, alla seconda generazione, avevano figli a scuola i quali sul compito assegnato dalla maestra scrivevano: “Da grande voglio fare le fatture!”.

Frac

 

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