Dim denuncia: c’è Confuorti dietro l’affaire Cassa

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San Marino. La divulgazione dell’esposto dell’ex direttore Simone e il giro di mail tra alcuni ex membri del Cda di Cassa, dà ragione a quanto affermato sempre da DIM (Rete – MDSI). Che organizza subito una conferenza per spiegare le trame di una spy story dai contorni che si fanno sempre più chiari e che ha per oggetto le manovre occulte sul sistema finanziario sammarinese.

“È stato pubblicato uno scambio di mail del vecchio cda di Cassa  – spiega Emanuele Santi – quello nominato dal Governo, con in copia Francesco Confuorti, personaggio controverso  e con posizioni debitorie nei confronti del nostro sistema”.
In quelle mail c’erano notizie riservate sul bilancio di Cassa. Torna dunque a galla il nome di Confuorti, assieme a collegamenti ricostruiti nel dettaglio e già portati all’attenzione di maggioranza e Governo, gridati da mesi in conferenze stampa, serate pubbliche, Aula Consiliare. Lo stesso nome compare nell’esposto presentato dall’ex Direttore di Cassa Luca Simoni e su cui è stata aperta un’inchiesta. Accanto, ci sono i nome di Cartenese, Coltella e Borri, che guarda caso si sono dimessi in blocco a settembre.
“Abbiamo incontrato l’ex membro di Cassa Luigi Borri una sola volta – ricorda Elena Tonnini – in quell’occasione ha negato di conoscere Confuorti. Eppure lo ha messo in copia nelle mail.” Fatto gravissimo ed inopportuno, che vede profilarsi l’ombra di insider trading, come sostenuto dallo stesso Simoni nell’esposto, considerando che la sua società, l’Advantage Financial, si occupa di gestione di Npl. “Un’anomalia” spiegano gli esponenti di DIM, che si lega a filo doppio all’indagine sui titoli acquistati da Banca Centrale. “Ci sarebbero tre indagati illustri – dice Pedini Amati – ipotizziamo con responsabilità nella cessione di quei titoli”.

Ma alla fine, la responsabilità maggiore di tutto questo è di chi comanda, quindi del Segretario Celli, sostengono gli esponenti di opposizione, ricordando che quel cda del Monte dei Paschi di Siena è stato nominato dal Governo. “Con i decreti di luglio ha creato una finestra temporale che ha permesso a Banca Centrale di comprare questi titoli spazzatura” ricordano, mettendo il dito in un’altra piaga, che ha generato altre piaghe. “Anche la maggioranza ha le sue gravi responsabilità – dicono – perché lo ha seguito senza farsi domande.”

Accanto alla preoccupazione l’amarezza per non essere stati ascoltati. “Ci hanno fatto passare per sprovveduti, minato la nostra credibilità, resi oggetto di una campagna diffamatoria”.
Rete e Mdsi chiedono alla maggioranza di fermarsi, di fare chiarezza una volta per tutte. “Non c’è stato confronto – accusano – neppure nella nomina di Moretti, che da vigilato come membro del cda di Cassa è diventato controllore”. Rossi e Ciavatta vedono traccia di un disegno che ha ancora pedine in posti chiave. “Certi personaggi – avvertono – fanno parte del sistema. Il piano è ancora in piedi”. L’indebitamento di cui si sta parlando in finanziaria “forse a qualcuno fa comodo”.

Purtroppo, tante situazioni sono circondate da un silenzio assordante mentre si alimenta lo scontro politico feroce. Il che ha una sua ragione: interessi nascosti da coprire. I fatti sono lì a dimostrarlo.

 

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