Libero: Risparmiatori beffati, San Marino rischia di saltare per aria

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San Marino. (Nino Sunseri sul quotidiano Libero). Ecco un articolo su come vedono da fuori quanto è accaduto in questi giorni a seguito della visita del FMI.

Il sistema bancario della Repubblica di san Marino è al collasso. Lo certifica il Fondo Monetario Internazionale comunicando che le sei banche ancora in attività dopo la ristrutturazione di due anni fa, hanno in pancia complessivamente sofferenze per 1,8 miliardi pari al 118% del Pil.
E’ quanto si legge nelle dichiarazioni diffuse a conclusione della missione FMI guidata da Kazuko Shirono. Alle autorità della piccola Repubblica più che un invito viene rivolto un ultimatum.   Dovranno applicare le procedure previste dal bail in. Quindi inizialmente dovranno essere azzerati il capitale e il valore delle obbligazioni. Subito dopo le autorità dovranno varare una profonda riforma del sistema per adeguare la governance agli standard europei. Nel mirino del FMI c’è la stessa Banca Centrale ma soprattutto la Cassa di Risparmio, il cui salvataggio fra il 2012 e il 2016 è costato 500 milioni di euro.

Certo, l’operazione del risanamento non sarà indolore. Il governo della Repubblica dovrà recuperare, attraverso tagli di spesa e nuove tasse, le risorse necessarie ad irrobustire le banche. Il FMI non fornisce cifre sul fabbisogno ma, secondo le voci che circolano, servono dai 500 ai 900 milioni. Cifre molto rilevanti per un’economia minuscola come quella del Titano.
La certificazione del buco dipende dalla percentuale di recupero delle sofferenze. Le previsioni non sono all’insegna dell’ottimismo. Gran parte dei crediti marci, infatti, appartiene a clientela estera e rappresenta l’eredità avvelenata di vecchie gestioni. Ottenere i rimborsi non sarà facilissimo. Significa che a il governo dovrà mettere mano al portafoglio in maniera robusta.
Un’operazione assai poco popolare. Alzare le imposte per tirare fuori dai guai le banche non è proprio la ricetta migliore per alimentare il consenso. Tanto più che l’intervento verrà effettuato in larga misura attraverso l’introduzione dell’Iva.

San Marino, quindi, rischia di perdere i benefici fiscali che finora avevano caratterizzato la sua economia. Quale futuro se l’area “no tax” viene ridotta in modo significativo? Tanto più che la sue ricette, il FMI indica la patrimoniale.
Fisco e banche erano il motore di San Marino. E adesso che il Fmi chiede una profonda revisione che cosa resterà? Dalla rocca del Titano commentano le notizia con toni concilianti. Nessuna contrapposizione con il Fmi. Un portavoce spiega che il governo in carica ha già avviato il lavoro di riorganizzazione lungo direttrici che coincidono con quelle indicate dai collaboratori di Christine Lagarde. Dunque piena sintonia tra la rocca e gli uffici.

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