Siamo tutte Elena Tonnini!

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Esprimere solidarietà è troppo poco. La semplice parola, questa volta non basta. Quanto è successo oggi in Consiglio, e cioè la comunicazione pubblica di una denuncia a carico di Elena Tonnini da parte della Advantage Financial, ci fa piombare paurosamente in un clima da regime dittatoriale. La dittatura dell’economia sulla politica. Già, perché Advantage Financial è sinonimo di Raffaele Confuorti. L’abbiamo visto chi è Confuorti, lo scorso agosto, al Meeting. È colui che assale la giornalista di RTV e che comanda il presidente della nostra Banca Centrale, semplicemente sussurrandogli all’orecchio. È colui che, per conoscenza, riceve le mail dei membri del Cda di Cassa di Risparmio nel passaggio di proprietà di Asset. È il convitato di pietra in tutte le scelte di politica economico finanziaria di quest’ultimo anno. E forse anche il soggetto finale di alcune azioni giudiziarie di cui si sa ancora troppo poco per poter avanzare qualche considerazione.

Ma sappiamo anche chi è Elena Tonnini. Una che lavora sodo, che prima di parlare studia tutti i documenti, e che quando interviene in Consiglio, o nelle serate, pubbliche, è chiara e precisa anche nel più piccolo dettaglio. Nessuno l’ha mai smentita. Ha il merito di far capire bene ogni passaggio della sua esposizione. E non le manda a dire, le dice sempre sulla faccia. Forse per questo dà fastidio.

Non è una che si fa comprare, raggirare, abbindolare. Per questo non è ricattabile e per questo è sempre autorevole. Anche se è molto giovane. Umile e schiva: non ha mai detto niente della lettera minatoria che qualche tempo fa le è stata recapitata a mano, direttamente in Consiglio. C’è gente che suona la tromba per molto meno. Lei ha fatto spallucce e l’ha buttata nel cestino. Ma il Paese è piccolo e la gente mormora, la cosa si è venuta a sapere, anche se non è noto il nome di chi gliel’ha spedita.

Indubbiamente è brava. Merito suo. Ma anche di un gruppo di esponenti politici che si comportano tutti come lei, che condividono ogni cosa, che hanno come metodo di lavoro la serietà, l’onestà, la capacità di ascolto, la voglia di risollevare una Repubblica piombata all’inferno.

Tornando alla denuncia, ha appena accennato al suo caso personale, senza entrare minimante nei particolari. L’ha detto in Consiglio solo perché l’episodio crea un precedente dirompente per il libero esercizio della democrazia: non è ammissibile che un Stato entri con gli scarponi nel parlamento di un altro Stato e voglia vincolare le attività dei parlamentari. Basterà un ordine del giorno, ammesso che venga votato da tutti, a raddrizzare il tiro del tribunale lussemburghese?

Ci vorrà ben più della solidarietà ad Elena Tonnini per cancellare l’oltraggio che è stato fatto all’intero Consiglio Grande Generale. Anche perché certi atti, come il ricorso all’avvocatura dello Stato da parte del Congresso, per le dimissioni di Massimo Andrea Ugolini, ci danno il segno di una dignità scesa ai minimi termini. E in un contesto come questo, ci sta davvero tutto.

Elena Tonnini ci ha dato una grande lezione di moralità. Possiamo solo esprimere l’auspicio che serva a riaccendere quell’amor patrio che non c’è più, e che se ci fosse stato, ci avrebbe evitato tanti guai.

Angela Venturini

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