La Segreteria Lavoro replica alla CSU

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San Marino. Leggere in maniera parziale i dati, senza contestualizzarli e senza provare a interpretare le dinamiche profonde che vi stanno dietro, è sempre sbagliato e dispiace leggere questo approccio nel comunicato inviato dalla CSU nella giornata di oggi.
Ricordiamo che lo stesso sindacato, quando ci accingevamo ad approvare la legge sviluppo, si lamentava per l’applicazione del 4,5% per l’assunzione di lavoratori frontalieri, dicendo che questo era discriminatorio e ne avrebbe resa più difficile l’assunzione, mentre oggi denuncia invece un eccessivo ingresso di frontalieri nel mercato. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.
In primo luogo, va analizzato l’aumento delle persone iscritte alle liste, di coloro che cercano lavoro. Questo, in un momento di espansione economica (sottolineiamo l’abbinamento fra i due fenomeni) potrebbe essere anche un elemento di positività, perché più persone, sapendo che potrebbero trovare lavoro, si attivano per cercarlo (iscrivendosi appunto alle liste). Il conseguente aumento della disoccupazione in questo quadro configurerebbe un fenomeno non negativo, perché significherebbe che più persone stanno rendendosi disponibili al lavoro anziché rimanere fuori dal mercato.
Un fenomeno ovviamente tutto da verificare nei dati dei prossimi mesi, ma almeno andrebbe accennato, se si vuole fare una rappresentazione corretta della situazione e non solo polemica.
Quello che a noi preme sottolineare è che aumenta, ancora, l’occupazione, il numero di lavoratori impiegati, segno del fatto che il sistema è in espansione.
Ed ancor più positivo è che finalmente, dopo anni e anni di segni meno, siano aumentate le imprese, seppur di poco. È proprio questa la chiave dei nostri interventi di liberalizzazione: creare un ambiente competitivo per le imprese in modo che più imprese scelgano la nostra Repubblica e quindi possa aumentare in via strutturale l’occupazione per effetto dell’espansione dell’economia. Anche questo, forse, era un dato da sottolineare in una analisi corretta.
Infine sui frontalieri. Contrariamente alle cassandre che dicevano che per le imprese sarebbe stato impossibile assumere le risorse umane necessarie, era abbastanza prevedibile un aumento dei frontalieri nel breve periodo. Per almeno due ragioni di base:
1)      regolarizzazione di lavoratori precedentemente in nero, che ora finalmente possono essere assunti in regola senza dinieghi;
2)      la possibilità di assumere gli amministratori non residenti delle società, opportunità prima bloccata e molto utile invece alle piccole attività.
Due elementi questi che andrebbero sottolineati se si vuol fare una analisi corretta e che invece stranamente manca nell’analisi Csu.
Quanto alle qualifiche dei lavoratori assunti, anche qui occorre dare una corretta interpretazione dei fenomeni. La CSU purtroppo guarda ai valori assoluti, mentre in queste analisi sono gli incrementi percentuali quelli che vanno analizzati. E gli aumenti percentuali più significativi nelle assunzioni di frontalieri rispetto al corrispondente periodo del 2016 avvengono, per distacco abbondante, nelle qualifiche “impiegati specializzati e tecnici” e “operai qualificati”, segno che le imprese stanno usando la liberalizzazione delle assunzioni principalmente per reperire alte professionalità.
Ovviamente anche queste considerazioni, lo diciamo noi per primi, vanno prese con le molle visto che si parla solo di due mesi di applicazione della legge, troppo poco per qualunque considerazione reale. Dovremo monitorare e lo faremo, pronti ad aumentare l’aliquota del 4,5% se proseguisse un trend di eccessiva assunzione dei lavoratori frontalieri.
La priorità è in ogni caso creare le condizioni perché le imprese possano venire a San Marino e competere, altrimenti ogni discorso sull’occupazione decade perché verrebbero a mancare le imprese. E per attrarre imprese, consentire di assumere chi serve, senza burocrazia, è decisamente fondamentale.

Segreteria di Stato al Lavoro

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