Ps: gestione catastrofica della giustizia, Renzi dovrebbe dimettersi

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San Marino. Eravamo stati facili profeti quando nel nostro comunicato dello scorso 13 febbraio avevamo preconizzato la catastrofica gestione di Alleanza Popolare – in versione Repubblica futura – che ha causato la più grande crisi giudiziaria che il Paese ricordi a memoria d’uomo.
Non potevamo però certo immaginare che ci si potesse spingere sino al punto di rimuovere il Magistrato Dirigente senza alcuna procedura prevista dalla legge, esponendo così il Paese ad ulteriori rischi di condanne interne ed internazionali e a spingersi sino al punto di inventarsi una retrocessione in Consiglio Giudiziario Plenario di argomenti posti all’attenzione della Commissione di Affari di Giustizia e poi, non ancora appagati, rendere pubblico un ordine del giorno votato da Magistrati molti dei quali, visti i contenuti dello stesso ODG, versavano in palese situazione di “conflitto di interessi”.
Dei contenuti sarà la storia a dimostrarne la fondatezza o meno ma proprio in occasione della Commissione di Affari di Giustizia – con fulminea velocità di analisi – mentre il Magistrato Dirigente stava ancora esponendo devastanti argomenti che, prima di esprimersi, avrebbero suggerito doverose e scrupolose verifiche, “qualcuno” battezzava il tutto con un laconico epiteto: “vergognoso”.
Ed in questo clima e con questi presupposti che il Governo e la sua maggioranza vuol dar d’intendere di avere lavorato per ricucire e non per distruggere.
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. La presunzione e la superficialità con cui il Segretario di Stato ed il suo entourage hanno affrontato la delicatissima situazione giudiziaria evoca i fasti dell’epica scena del film “Totò e l’onorevole Trombetta” con Mario Castellani, elegante e algido, che diventa vittima designata della maschera che fustiga i vizi e le fanfonerie di certi ceti emergenti. “Lei non sa chi sono io!”. Al che Totò, novello Pulcinella (nel senso più alto del genius loci che fustiga la volgare ubris dei parvenu e dei presuntuosi) che dopo avergli rovesciato addosso una smitragliata di batture destinate a marchiarsi a fuoco nell’immaginario collettivo, dall’uomo di mondo che ha fatto tre anni di militare a Cuneo e al “trombone di suo padre” chiude la discussione con la sarcastica risata ed il celeberrimo “mah mi faccia il piaaceree!!”
Dopo avere ridicolizzato il paese e messo alla berlina l’unico potere dello Stato che in questi anni aveva ampiamente dimostrato di saper tenere la barra dritta, per utilizzare un eufemismo giudiziario farebbero bene il Segretario Renzi – unitamente al collega Celli parimenti responsabile della disastrosa gestione del paese – a rimettere il mandato, potrebbero sperare che i sammarinesi gli riconoscano i benefici di legge o quanto meno le attenuanti generiche.
Partito Socialista

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