Adesso.sm e l’ennesimo dietrofront dell’opposizione

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San Marino. Quando si basa tutta la propria attività politica sulla scommessa che il Paese non funzioni, bisogna stare attenti a non contraddirsi appena cambiano gli attori. E la conferenza stampa di ieri di Rete è l’ennesima dimostrazione di questa contraddizione perenne, che va avanti da inizio legislatura. Prima le critiche feroci alla Democrazia Cristiana, fonte di tutti i mali del Paese, sfociate nell’azione condotta invece a braccetto di questa legislatura, con manifestazioni di piazza congiunte “per il buon governo” con chi si descriveva come esperto del clientelismo politico. Poi la solidarietà espressa, nella stessa piazza, a certi poteri forti del paese, monarchi del nero, diventati improvvisamente povere vittime – per mano del Governo, ovviamente. Sono seguiti gli abbandoni temporanei dell’aula consiliare, quello più recente al grido di colpo di stato, con tanto di dimissioni urlate a microfoni aperti, il tutto condito da accuse feroci e ricorsi al Collegio dei Garanti che, guarda caso, li ha bocciati entrambi. E dopo aver allarmato ben più di una diplomazia estera e aver rallentato i lavori del Consiglio Grande e Generale per qualche mese, tutto è rientrato come se niente fosse.

Come non dimenticare la lotta “lancia in resta” contro i politici corrotti del conto Mazzini, condita da manifestazioni sotto le finestre del nostro carcere, finita in maniera ingloriosa negli attuali attacchi verso gli stessi magistrati, veri protagonisti del processo Conto Mazzini. Ieri si è continuato: un tempo si attaccava a testa bassa la dirigenza di Banca Centrale, in particolare Savorelli e Grais, definiti dallo stesso movimento il male peggiore per la Repubblica e persone, ovviamente, del tutto inaffidabili. Adesso, forse dopo essere rimasti spiazzati dal fatto che il Governo ha allontanato Savorelli, Rete pretende di rivalutarlo, chiedendo di portare in discussione un rapporto farlocco su Carisp, stilato dalla stessa persona su cui prima ha gettato continuo discredito e, forse, solo adesso diventata autorevole e degna di ascolto.

Se abbiamo detto no al dibattito consiliare in seguito all’intervista rilasciata a Fubini, è solo perché, come abbiamo già spiegato, non intendiamo dare rilevanza ad un atto redatto da Savorelli (o chi per lui) quando non era più direttore di Banca Centrale. L’interesse, sbandierato, di esprimere una posizione comune in difesa del Paese, era solo una dichiarazione di facciata per nascondere il reale obiettivo dell’opposizione, quello di fare inutili polemiche, purtroppo ancora una volta a danno di tutti. Questo il motivo del nostro diniego. Purtroppo, a forza di fare avanti e indietro, diventa poi difficile capire in che direzione andare. Ne sortisce soprattutto una grande confusione. Speriamo che prima o poi una strada chiara la si possa trovare, su cui confrontarci serenamente e in maniera costruttiva, come ci chiede ormai da tempo un intero Paese che non ha bisogno di profeti di disgrazia, ma di una politica che seppur da posizioni differenti, collabori per individuare delle soluzioni.

Adesso.sm

 

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