Vanno in onda la patrimoniale e lo sciopero in piazza

0
41

San Marino. Il Consiglio esaurisce in nottata il dibattito sulla patrimoniale ed inizia, in mattinata, l’esame dei vari articoli del decreto delegato, mentre prende le mosse lo sciopero generale indetto dalla CSU sulla patrimoniale e sulle tante altre questioni che agitano la sicurezza di futuro: dalle banche alle mancate riforme sullo sviluppo, dalla questione Titoli alla mancanza di confronto e alla disparità fiscale. Lo slogan scelto per la manifestazione: Uniti per il paese.

Ma in Consiglio è un dialogo tra sordi: nessuno ascolta le ragioni dell’altro e tutto rimane come la maggioranza e il governo hanno deciso.   Pochi credono alle assicurazioni del Segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, che motiva l’intervento con la finalità di “garantire l’equilibrio dei conti pubblici per l’esercizio finanziario 2018” e di avvicinarsi all’obiettivo del pareggio di bilancio. “La Patrimoniale non verrà riproposta nell’esercizio finanziario 2019 – assicura poi il Segretario di Stato- è un impegno assunto da governo e maggioranza, in quanto riteniamo si debba entrare nell’ottica di accelerare sulle riforme strutturali”. Ed è proprio questo il problema: un intervento straordinario su un disavanzo strutturale, che solo interventi strutturali possono sanare. L’anno prossimo ci sarà lo stesso problema, visto che le entrate diminuiscono mentre le spese sono sempre le stesse.

Celli ammette in aula che nel primo anno di legislatura il governo non è riuscito a portare a compimento riforme come l’introduzione dell’Iva, la riforma previdenziale, la spending review, ma si dice fiducioso perché siano possibili per l’esercizio finanziario 2019 “in modo che interventi di carattere straordinario non siano più riproposti”. Tra i correttivi proposti dal governo, la forte limitazione sulla prima casa: “Ad eccezione di case con metrature più elevate e delle abitazioni di tipo signorile, non si pagherà alcunché”.  Per le attività finanziarie invece è confermata l’aliquota allo 0,5% per la raccolta indiretta presso banche sammarinesi, confermata l’aliquota 0,5% per strumenti finanziari detenuti all’estero, ma sono introdotte diverse forme di esenzione. Accolta inoltre, spiega Celli, la richiesta di Anis, ovvero l’abbassamento dell’aliquota dallo 0,4 allo 0,3% sul patrimonio di società.

L’opposizione, fin dai primi interventi, manifesta tutta la sua contrarietà a un provvedimento “recessivo e di sfiducia sul sistema paese” che si somma ad altri interventi recessivi come la sanatoria e la minimum tax, o come l’Iva che arriverà.  I primi emendamenti proposti in mattinata, tra cui quello di abrogazione dell’articolo 1, che avrebbe potuto affossare l’intero procedimento, sono stati bocciati in blocco dalla maggioranza.

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here