Consiglio: ratificato il Decreto sulla dirigenza pubblica

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San Marino. Come da Ordine del giorno, la seduta odierna del Consiglio Grande e Generale si apre al comma 15, con la ratifica dei decreti.
Viene subito accolta dall’esecutivo la richiesta avanzata dal consigliere Stefano Canti, Pdcs, di rinviare alla prossima seduta consiliare, prevista a fine mese, la ratifica del Decreto n.62, sulla proroga dei termini della sanatoria edilizia.  I lavori si concentrano quindi sul primo provvedimento scorporato, il decreto delegato n.45, “Modifica al trattamento retributivo della Dirigenza Pubblica”, presentato dal Segretario di Stato per gli Affari interni, Guerrino Zanotti. Il provvedimento nasce su delega della Legge di Bilancio dello scorso dicembre che prevedeva interventi di contenimento della spesa corrente. Il decreto emesso lo scorso aprile alla fine “non era proprio un intervento di taglio della spesa”, chiarisce Zanotti. Suo obiettivo è quello di modificare la retribuzione dei dirigenti pubblici rispetto alla parte legata ai risultati. Zanotti fa però un mea culpa: la delega della legge di Bilancio scadeva ad aprile 2018 e per l’emanazione del decreto “non c’è stato tempo per un approfondimento con le organizzazioni sindacali e anche con i rappresentanti di categoria dei dirigenti”. Di qui il senso degli emendamenti presentati oggi dal governo che mantengono la delega al governo ma posticipano di fatto l’intervento legandolo e alla produzione di norme per la valutazione dei dirigenti e consentendo il confronto con dirigenti e sindacati . “Il decreto in ratifica conferma la volontà di intervenire espressa nel decreto di aprile- chiarisce Zanotti- però alla presenza di strumenti che devono esserne alla base: la revisione della struttura retributiva della dirigenza pubblica verrà fatta e una parte verrà legata al raggiungimento del risultato, contestualmente a norme di valutazione amministrative e gestionali, che sono già state individuate nella legge 31 luglio 2009 n.208 e che verranno introdotte- e l’impegno è indicato in emendamento- entro la fine dell’anno”.

In sostanza, il decreto in ratifica viene ridotto con gli emendamenti da 6 a 2 articoli e si prevede che “la modifica di importo e incidenza della voci che compongono la retribuzione dei dirigenti del nuovo e vecchio regime sarà adottata contestualmente alle norme di valutazione amministrativo -gestionali da formularsi entro dicembre 2018”. Inoltre si prevede che “il trattamento economico dei dirigenti non dovrà superare fino al 2020 gli importi attuali”.

Nei loro interventi i consiglieri di minoranza rilevano l’inopportunità del portare a ratifica un decreto così ‘stravolto’ dalla sua versione originaria. “Ci ritroviamo un decreto che doveva riformare la retribuzione della dirigenza pubblica trasformato in un articolo di rinvio – osserva Denise Bronzetti, Ps- non era più serio ritirarlo?”.  “Il Segretario ci dice che in 7 mesi non sono riusciti a fare un confronto con sindacati – rincara Gian Carlo Venturini, Pdcs – allora non si emette il decreto di aprile per rispettare la delega, non ha senso, e avrebbe fatto meglio  a lasciarlo decadere invece che proporre un emendamento che abroga tutto l’articolato”. Roberto Ciavatta, Rete, punta il dito contro il numero eccessivo dei dirigenti nella Pa: “Un dipendente pubblico su 3 è un responsabile di settore”, e accusa il governo attuale di averne aumentato di un’ottantina dal suo insediamento.

Dalla maggioranza, Marica Montemaggi, C10, riconosce che “il decreto si spoglia di tutta una serie di elementi” ma si dice fiduciosa che “entro la fine dell’anno, grazie a un lavoro di interscambio tra politica e dirigenza, si possa arrivare entro breve a definire un sistema di valutazione legato alla retribuzione”. Enrico Carattoni, Ssd accusa l’opposizione di incoerenza: “Dopo settimane in cui ci si accusa che non si vuole confronto e si va avanti a testa bassa, in questo caso diciamo di volere il confronto con gli interessati ed è positivo, non si può sempre strumentalizzare”. Quindi Lorenzo Lonfernini, Rf spezza una lancia in favore del Segretario Zanotti: “Di fronte alle problematiche emerse dal decreto in ratifica, oggi ha avuto l’umiltà di fermarsi e prendere del tempo per approfondire e arrivare a un provvedimento più confacente alla realtà della Pa”. Infine Giuseppe Maria Morganti, Ssd, richiama le organizzazioni sindacali a mettere in primo piano l’interesse pubblico: “Quando parliamo di dirigenza il problema sindacale non deve esistere – spiega- stiamo ragionando del futuro di tutti i cittadini perché è attraverso il ruolo, la funzione e le competenze che lo Stato può riprendere un cammino di sviluppo”.

I lavori si interrompono con la ratifica del decreto con 27 voti a favore e 15 contrari e riprenderanno lunedì proseguendo il comma 15.

SMNA

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