Il Consiglio chiude con la battaglia sulle commissioni e sulla legge per i medici

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San Marino. L’ultima giornata della lunga sessione consiliare di ottobre, è ripartita ieri pomeriggio, come previsto dall’ordine del giorno, dal comma 25, con l’aggiornamento delle Commissioni Consiliari non permanenti secondo il nuovo Regolamento consiliare, su cui si sviluppa un lungo dibattito.  Infatti, il consigliere Federico Pedini Amati, Mdsi, solleva i problemi insorti con l’inserimento nel Gruppo Misto di Mdsi, Psd e Ps. Benché riconosciuti come liste che hanno superato lo sbarramento elettorale al primo turno, e con propri rappresentanti nelle commissioni consiliari permanenti, per le commissioni non permanenti, sulla base del nuovo Regolamento consiliare, si trovano infatti a dover concordare i propri rappresentanti con gli altri membri del Gruppo Misto. Pedini Amati punta il dito contro quella che definisce una “stortura interna” e chiede di ripristinare la norma che riconosceva i gruppi consiliari in base ai risultati al primo turno. “Io non ho saputo perché quella legge è stata superata – obietta – perché si è voluto superarla, i gruppi misti siano composti esclusivamente dai consiglieri indipendenti”.

Roberto Giorgetti, Rf, chiarisce che la norma cui fa riferimento il consigliere Mdsi, e l’accordo preso in ufficio di Presidenza da cui è derivata, riguardava esclusivamente la composizione dell’ufficio di Presidenza: “Si è recepito questo anche nel nuovo regolamento consiliare e di fatto i rappresentanti di lista possono parteciparvi”.  Giorgetti respinge però le ipotesi “di interpretazione errata di una legge, di qualcosa che non si è capito e di una sorta di complotto che ha voluto estromettere qualcuno”. Sostine: “Il regolamento consiliare attuale è molto chiaro, se vogliamo pensare di voler aprire una riflessione su questo punto, che non possiamo fare oggi, lo si può fare, ma allora i presupposti dovrebbero essere diversi, non accreditare una sorta di truffa che non c’è”.

Al termine del lungo dibattito, si procede alla nomina della Commissioni, o più precisamente dei membri di maggioranza, poiché l’opposizione dichiara di confermare temporaneamente gli attuali rappresentanti. Al momento del voto per la sostituzione in Commissione Affari di Giustizia di Eva Guidi e del Capitano Reggente Luca Santolini non viene raggiunto il quorum.

Concluse le nomine delle Commissioni, l’Aula torna poi ad esaminare il “Progetto di legge Disciplina della dirigenza medica dell’Istituto per la Sicurezza Sociale”, rimasto sospeso nella seduta di martedì notte, proseguendo dall’articolo 8. Nel corso dell’esame viene fortemente criticato dalle opposizioni l’Art. 25 “Revisione del limite di 100.000 euro (centomila euro) per il reddito dei professionisti dipendenti”: per Rete si punta a superare la volontà popolare espressa dal Referendum, poiché si prevede di escludere nel computo dello stipendio dei medici voci quali indennità e compensi per la reperibilità. Stefano Canti, Pdcs, parla di “escamotage” per consentire il superamento del tetto dello stipendio per i dipendenti pubblici e Dalibor Riccardi, Indipendente, pur ammettendo che in questo modo si bypassi la norma derivata dal referendum, annuncia che voterà l’articolo perché lo ritiene necessario: “Le professionalità si pagano”. Il Segretario di Stato per la Sanità, Franco Santi, stigmatizza l’atteggiamento ipocrita dell’opposizione che da un lato riconosce la mancanza di medici e professionalità, dall’altra grida contro “l’escamotage”. Concluso l’esame del provvedimento si procede al voto finale: i consiglieri di opposizione annunciano che non parteciperanno alla votazione, così il Pdl viene approvato con 29 voti a favore e nessun contrario.

SMNA

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