Referendum legge elettorale: “Successo pieno. Ora la parola ai cittadini”

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San Marino. L’opposizione esulta: “Non è una vittoria ma un successo pieno”. Il commento a caldo sulla sentenza del Collegio dei garanti fa emergere la soddisfazione per questo risultato, che comunque ripaga la sconfitta dell’ottobre scorso. Durante una conferenza stampa appositamente convocata per commentare l’accaduto, i rappresentanti di opposizione che hanno partecipato all’iniziativa, mettono in evidenza le caratteristiche della riforma che, ora, dovranno passare al vaglio dei cittadini. Per i Garanti non c’è violazione del principio del suffragio universale e non viene messa in discussione la norma antiribaltone. “Soprattutto è stato finalmente chiarito – rileva il legale rappresentante Luca Beccari – che un referendum propositivo possa avere ad oggetto una legge qualificata”.
“Non viene stravolta l’attuale legge elettorale” e rimane inalterato l’obiettivo di fondo: prevedere che al primo turno, in assenza di un vincitore, la Reggenza affidi il mandato esplorativo per formare un nuovo Governo a chi abbia ottenuto la maggioranza relativa. In caso di insuccesso, a provarci sarà il secondo. Rispetto alla prima versione sono stati tolti il premio di maggioranza al primo turno e la parte con modifica delle soglie di sbarramento. Viene inoltre chiarito che la ricerca dell’accordo per formare il Governo non avvenga “spacchettando” le coalizioni. Il ricorso al ballottaggio sarà l’extrema ratio, dopo due tentativi andati a vuoto. Per Federico Pedini Amati non è più accettabile un Governo con una rappresentanza del 20, 30%. Serve  il 50 + 1 del consenso popolare. “In maggioranza – continua – sono in diversi ad essere favorevoli”. “Restituiamo dignità alla preferenza unica” ribadisce Enzo Pasquali di Mdsi. La minoranza mal digerisce che a decidere le sorti del paese siano consiglieri entrati a Palazzo con una manciata di voti. Gerardo Giovagnoli si sofferma su un aspetto della proposta referendaria spesso tralasciato: la capacità della politica di trovare sintesi. “Il ballottaggio – fa presente – si basa sulla demolizione dell’avversario mettendo in secondo piano il programma”.
Ora ci sono 90 giorni di tempo per la raccolta firme. “ Ne basteranno 15”  assicura il Segretario Dc Venturini. Dopo l’esame del Collegio, la Reggenza emanerà il decreto per fissare la data del referendum. “Entro maggio il voto”, auspica Andrea Giani. La parola passa quindi ai cittadini perché “quando si modificano le regole del gioco – spiega Alessandro Mancini – è giusto il rapporto diretto con la popolazione”.

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