Il PS sul problema targhe: quando pensano di risolverlo?

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San Marino. In un comunicato emesso, giorni fa, dall’Ufficio Stampa del Congresso di Stato relativo ad un incontro con una delegazione di Governo della Repubblica Italiana sono state utilizzate più parole per descrivere la composizione della presenza sammarinese piuttosto che portare all’attenzione pubblica minimi risultati o un barlume di certezze.

Il comunicato si chiude, infatti, piuttosto frettolosamente quando si afferma che: “Nell’incontro, che si è svolto in un clima ampiamente collaborativo, si è trattata l’agenda per la cooperazione tra i due Paesi, con particolare riguardo ai temi di più immediata attualità.”

In sostanza stringi, stringi – al di là del bislacco politichese – non si scorgono poche buone nuove all’orizzonte. Nessun riferimento – ad esempio – alla questione dei veicoli con targhe sammarinesi condotte da soggetti residenti in Italia.

Problema su cui il mondo economico sammarinese ha rivolto negli ultimi mesi reiterati appelli al Segretario Renzi, affinché  svolgesse ogni ulteriore sforzo per una soluzione positiva e rapida del problema, per superare le pesanti ripercussioni che sta avendo il Decreto Sicurezza (Decreto 113/2018 convertito con la legge 132 del 1/12/2019) nella sua applicazione su San Marino.

È passata la finanziaria, è passato il mese di gennaio, è anche passato il “Decreto semplificazione” ma la nostra vicenda si è persa gravemente. Gravità ancor più pesante a seguito della stupefacente ammissione pubblica, avvenuta i primi giorni dell’anno, di Eva Guidi quando disse: “Evidentemente c’è stata una mancanza di approfondimento, chiamiamola una disattenzione, quando il Decreto è stato emanato”.

A questo punto Nicola Renzi pensa che con la sua proverbiale tattica del silenzio già sperimentata su altri versanti – anche stavolta – di sfuggire alle proprie responsabilità?

Partito Socialista

 

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