Garanti: inammissibile il ricorso per la visione dei verbali della commissione giustizia

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San Marino. Il Collegio dei Garanti ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzioni in relazione alla conoscibilità di verbali della commissione affari di giustizia. Era stato portato all’attenzione dei Saggi dai capigruppo di maggioranza, con una lettera firmata da 32 consiglieri.

Il caso è quello delle sedute del 30 ottobre e del 22 novembre 2017, quando venne ascoltata in commissione giustizia l’allora Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici. La maggioranza voleva rendere pubblici quei verbali, dedicando alla questione un apposito comma nella sessione consiliare del novembre scorso. Ne nacque un forte scontro politico perché il comma, rimasto inevaso da ottobre, avrebbe dovuto essere riproposto con la stessa formulazione. Invece, la maggioranza arrivò con una lettera firmata da 32 consiglieri che avanzavano la necessità di visionare quei verbali sulla scorta di una richiesta dell’Avvocatura dello Stato a seguito del procedimento sul ricorso amministrativo di Valeria Pierfelici in occasione della revoca da magistrato dirigente. Ma i verbali avrebbero potuto essere tranquillamente trasmessi all’Avvocatura, non al Consiglio, a causa della loro riservatezza, quindi soggetti al vincolo del segreto d’ufficio. Un vincolo rafforzato dalla sentenza dell’8 febbraio 2018 del commissario Antonella Volpinari.

La maggioranza ha fatto quindi ricorso al Collegio dei Garanti, nel dicembre scorso, affinché si pronunciasse su questo conflitto di interessi ed eventualmente anche sul merito. Dopo una prima dichiarazione di irricevibilità e poi ammesso con riserva, il ricorso è stato illustrato nell’udienza del 21 gennaio scorso.  A rappresentare i ricorrenti l’avvocato Enrico Carattoni; gli avvocati Gian Nicola Berti e Tania Ercolani, invece, hanno contrastato il ricorso su mandato dell’Ufficio di Presidenza. Oggi è stata resa nota la sentenza emessa il 6 febbraio scorso.

Punto nodale, la non individuazione dei soggetti passivi del ricorso, ovvero l’Ufficio di Presidenza e il Consiglio Grande e Generale. Il primo, infatti, ha il compito di predisporre l’ordine del giorno delle sessioni consiliari, ma nel caso in esame non sono in discussione né la formazione né i contenuti dell’odg. Viene poi rimarcata poi l’anomalia per cui un organo, nella fattispecie, il Consiglio, mediante la sua maggioranza ricorre contro se stesso. Inoltre il Collegio dei Garanti ricorda che fu la stessa Reggenza a porre in votazione la richiesta dei 32 consiglieri di visionare i verbali, sotto forma di modifica dell’ordine del giorno. Come sappiamo, quella modifica non fu approvata dall’Ufficio di Presidenza. La responsabilità del conflitto, hanno concluso i Garanti, è tutta dentro all’Ufficio di Presidenza, che ha indetto la votazione con quelle modalità.

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