Onorevole Renzi, ma Lei ha letto l’articolo che contesta?

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On.le Segretario di Stato Nicola Renzi,

Ho letto con attenzione la Sua lettera indirizzata al Direttore del portale Tribuna Politica Web e l’ho trovata francamente imbarazzante.

Leggendo e rileggendo, mi è sorto un dubbio: Lei, l’articolo che contesta, l’ha letto veramente?

Infatti, Lei si rivolge al Direttore del sito come se si trattasse dell’autore dell’articolo. Questo sarebbe giustificabile solo se il pezzo non fosse firmato, ma in calce il lettore trova il mio nome per esteso e in grassetto.

Inoltre, Lei scrive che mi sarei basato – cito – “esclusivamente su affermazioni di <<alcuni esponenti di opposizione>>, come lei stesso precisa nell’articolo pubblicato”. Questa sciocchezza mi riporta alla domanda poc’anzi espressa: l’articolo l’ha letto?

Come ho scritto nel testo incriminato, la ricerca è partita dalle affermazioni di alcuni esponenti di opposizione, sì, ma i fatti che io riporto sono stati trovati mediante una ricerca indipendente i cui esiti sono chiari e incontestabili: il professor Guzzetta è nel comitato scientifico della fondazione Giuseppe Tatarella. Negli organismi di questa troviamo anche Paolo Messa, Antonio Uricchio e Riccardo Pedrizzi. Questo, onorevole Segretario, è un fatto. Forse è un caso, ma certamente è un fatto.

Paolo Messa si è incontrato a più riprese con Francesco Confuorti, e ha partecipato come moderatore ad alcune sue conferenze. Forse è un caso, ma certamente è un fatto.

Antonio Uricchio, nella sua veste di Rettore, ha collaborato con Confuorti.  Moglie di Uricchio, stando a quanto si apprende dalla stampa italiana, è l’avvocato Cartanese, che è coinvolta nello scambio email fra Confuorti e i membri del CdA di Cassa di Risparmio nominati dal Suo Governo. Forse è un caso, ma certamente è un fatto.

Riccardo Pedrizzi, stando a quanto si apprende dalla stampa e mai smentito, è socio e consigliere di amministrazione di Advantage Financial di Confuorti, nonché padre di uno dei commissari straordinari nominati in Asset Banca da quella direzione di BCSM all’epoca osannata dal Suo Governo, oggi incriminata dalla magistratura. Forse è un caso, ma certamente è un fatto.

Nell’articolo, trattandosi (come Lei ha ben ricordato nella Sua lettera) di un argomento estremamente delicato, ho volutamente evitato di esprimere chiari giudizi sulla vicenda. Mi sono limitato ad esporre i fatti (forse casuali?) così come risultano.

Perché un fatto è un fatto. Se questo fatto è di interesse pubblico, allora viene chiamato notizia. E chi si occupa di informazione dà le notizie, anche se queste non piacciono al Governo o al Dirigente del Tribunale. Nei paesi democratici, certamente ne sarà informato, funziona così.

“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda” scriveva Verbitsky.

Cordialità.

Giovanni Maria Zonzini

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