Nulla su di noi senza di Noi, qual è l’approccio di San Marino?

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Con l’Istituzione della Commissione sammarinese per l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), prima tramite Delibera del Congresso di Stato nel 2010 e successivamente mediante la Legge Quadro del 2015 ivi denominata anche CSD ONU, San Marino qualche piccolo passo in avanti per ciò che concerne il coinvolgimento delle persone con disabilità nei processi decisionali che le riguardano, lo ha fatto. Nella composizione di tale organismo, infatti, sono previsti tre membri che li rappresentino provenienti dalle associazioni di volontariato. Tuttavia ciò non basta, occorre fare molto di più, ad esempio, nell’informare i diretti interessati o appunto i loro rappresentanti, circa l’attività che viene svolta negli Organismi internazionali a cui San Marino aderisce e partecipa ricoprendo ruoli effettivi.

Già qualche tempo fa avevo segnalato pubblicamente questa esigenza: in quell’occasione la questione riguardava il lavoro che il Consiglio d’Europa, nello specifico il Comitato ad Hoc intergovernativo, stava portando avanti per la predisposizione delle Linee Strategiche in tema di disabilità 2017-2023, al quale San Marino partecipava, ma del quale si sapeva ben poco o nulla (recentemente, tra l’altro, il Consiglio d’Europa ha deciso di sospendere l’attività del suddetto Comitato andando a così a ridurre fortemente il proprio impegno nel rispettare, proteggere e promuovere i diritti delle persone con disabilità, e su questo, pregherei la Delegazione Consiliare presso l’Assemblea Parlamentare delConsiglio d’Europa, di intraprendere possibilmente un’Iniziativa riguardo a tale decisione quantomeno discutibile).

Ebbene, oggi la storia sembra ripetersi, e sempre per vicende che stanno accadendo all’interno del Consiglio d’Europa: qualche giorno fa, infatti, si sono riuniti i membri dei Comitati di Bioetica facenti parte del Consiglio d’Europa per definire una Bozza di Progetto di Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo relativo alla protezione dei Diritti Umani e della dignità delle persone con disturbi mentali in relazione al ricovero a al trattamento sanitario obbligatorio (TSO).

Siccome si tratta di un Documento la cui eventuale adozione vede la ferma opposizione del Comitato CRPD delle Nazioni Unite, del Relatore speciale sui diritti delle persone con disabilità e sta suscitando profonda preoccupazione da parte di tutte le più grandi organizzazioni europee delle persone con disabilità, comprese quelle che rappresentano le persone con disabilità psicosociali e intellettuali, perché qualsiasi autorizzazione al TSO e all’istituzionalizzazione delle persone con disabilità costituisce una violazione della CRPD,  credo sia importante conoscere quale sia stata la posizione del Comitato Sammarinese di Bioetica che, non va dimenticato, ha sviluppato qualche anno fa un proprio Documento,  primo al mondo nel suo genere, “L’Approccio bioetico alle persone con disabilità”.

Non è assolutamente mia intenzione commentare la posizione assunta in un senso o nell’altro dal Comitato sammarinese di Bioetica a Strasburgo, anche perché non la conosco. Mi auguro però, che vi sia stato almeno un confronto preliminare con la CSD ONU, perché altrimenti, ciò non farebbe altro che confermare quanto da me sostenuto in premessa.

“Nulla su di noi senza di noi” non è solo lo slogan che accompagna da sempre la CRPD, ma è un forte richiamo affinché gli Stati Parte coinvolga le persone con disabilità nelle decisioni o, quantomeno, chi le rappresenta.

Se San Marino vuole ambire a dare concreta attuazione ai principi di un Trattato Internazionale sui Diritti Umani qual’è la CRPD, per far questo deve assolutamente far propria, e a tutti i livelli, l’elaborazione di un processo culturale che deve comprendere appieno anche questo importantissimo aspetto.

Mirko Tomassoni

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