L’anno appena iniziato sarà all’insegna della lotta alla plastica monouso. Dopo l’introduzione dei sacchetti biodegradabili per frutta e verdura nei supermercati, da oggi spariscono le stecche di plastica rigida nei cotton fioc. Con ben due anni di anticipo sulla regolamentazione europea. L’Italia ha deciso di mettersi avanti nella progressiva riduzione del ricorso alle plastiche, una massa inorganica che rappresenta il 95% dei rifiuti del mare e ha primati incredibili di resistenza: dai 20 anni di un bicchiere ai 600 anni di un filo da pesca, passando per i 50 anni di una busta. Proprio le shopper della spesa sono state abolite nel 2011, mentre quelle per gli alimenti nel 2018.
Quest’anno diciamo addio ai bastoncini di plastica come supporto ai cotton fioc(saranno ammessi solo bastoncini biodegradabili) e nel 2020 faremo altrettanto rinunciando alle microplastiche nei cosmetici, decisioni entrambe prese a suo tempo a livello governativo. Oltre al divieto dei cotton fioc inquinanti, nel nostro Paese sarà vietato anche gettarli nel wc. Scatta l’obbligo per i produttori di indicare le modalità del corretto smaltimento nella confezione. Anche nel resto d’Europa ci si prepara al giro di vite, le restrizioni si estenderanno progressivamente anche alle cannucce, ai bastoncini per mescolare il caffé, e agli altri prodotti monouso in plastica che invadono gli oceani. Tutti questi oggetti saranno vietati nell’Unione Europea verosimilmente dal 2021, se non prima. Lo stabiliscono i termini di un accordo negoziato a Bruxelles il 19 dicembre scorso, dopo che la Commissione Europea aveva depositato la propria proposta a fine maggio.
Decisiva la previsione apocalittica secondo cui entro il 2050 la quantità di plastica flottante negli oceani sarà superiore a quella dei pesci che popolano il mare, se non si farà nulla per contrastare e invertire la tendenza. Europarlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla nuova misura, con cui sbarrare la strada all’ulteriore diffusione dei dieci prodotti di plastica che rappresentano il 70% dell’inquinamento che strangola le spiagge e gli oceani. Alcuni prodotti monouso saranno vietati se esistono alternative: è il caso dei cotton fioc, le posate, i piatti, le cannucce, i bastoncini per mescolare le bevande, i bastoncini per i palloncini. Per altri, in particolare gli imballaggi per alimenti pronti al consumo, l’obiettivo è ridurre il loro consumo a livello nazionale ed essere più rigidi su produzione ed etichettamento.
L’Unione Europea colpisce anche le plastiche dette oxodegradabili (etichettate biodegradabili in modo abusivo), i recipienti alimentari e le tazze in polistirene espanso, prodotti ben noti ai consumatori di piatti pronti. L’accordo fissa anche un obiettivo di raccolta delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029. Appare evidente come, con ritmo crescente, negli ultimi anni è stato incoraggiato l’utilizzo di plastica non biodegradabile in confezioni usa e getta, lampante l’esempio dei bicchieri di plastica che hanno soppiantato il vetro, insomma passiamo da un estremo all’estremo opposto anche per incapacità del sistema dei consumi a un utilizzo oculato e parsimonioso delle infinite risorse positive delle plastiche usa e getta, utili quando servono in situazioni eccezionali, dannose quando vengono impiegate oltre misura, in maniera pervasiva o coercitiva, con relativi sprechi. Vedi l’uso introdotto di recente di offrire acqua nei bicchierini di plastica (anche quando non richiesta) ai clienti che sorbiscono il caffè presso alcuni centri commerciali, uso promosso a livello di grande distribuzione da organizzazioni che paradossalmente, nelle loro pubblicità, rivendicano da sempre una attenzione particolare per l’ambiente, e si fanno vanto di un approccio etico ai consumi. Milioni di bicchierini di plastica sono sprecati così per un impiego voluttuario, proprio quando il vetro riciclabile sarebbe la via preferibile e percorribile, a richiesta.
Bruxelles intende infine tassare i produttori di plastica con una rigida applicazione del principio più inquini più paghi, ha spiegato l’Europarlamento. In particolare ciò riguarderà l’industria del tabacco, per coprire i costi della raccolta e del riciclo dei filtri delle sigarette, altra piaga per l’ambiente: costituiscono il secondo prodotto monouso in plastica per consumo nell’Ue. L’Ue stabilisce inoltre un obiettivo del 25% di contenuto riciclato nella fabbricazione delle bottiglie entro il 2025, del 30% entro il 2030.